Il lavoro con gli studenti

 
18/05/2002
Angelo Aparo


Il minicorso sulla devianza è iniziato a novembre 2001; i suoi contenuti centrali vertevano su problematiche quali: la visione soggettiva della realtà da parte del deviante, le microscelte che portano progressivamente al reato, la sfida come esperienza ricorrente del deviante, le problematiche del raptus e della pedofilia, il concetto di responsabilità.

La materia insegnata si è rivelata fin dalle prime lezioni molto coinvolgente; tanto più per il fatto che il fenomeno deviante è stato proposto non come un oggetto di studio da definire e circoscrivere, ma piuttosto come uno degli esiti possibili che, nella vita dell'uomo comune, può essere determinato dalla carenza di spazio per elaborare la propria esperienza.

La partecipazione attiva degli studenti mi ha indotto a intrattenere con loro un dialogo molto intenso, che dopo le lezioni continuava sul sito, con domande di chiarimenti e di approfondimento. Sulle pagine del sito, in accordo con la Direzione di San Vittore, vengono anche proposti gli scritti dei detenuti del "Gruppo della trasgressione".

Toccare da vicino l'esperienza di chi riflette sul proprio percorso dopo aver commesso vari reati ha indotto la grande maggioranza degli studenti a intensificare il loro interesse per i contenuti del corso; ne è seguita la richiesta degli studenti di una visita al carcere minorile di Milano, Cesare Beccaria, e da lì un crescendo di interesse che è tuttora molto vivo.

Agli esami di febbraio ogni studente ha presentato un elaborato scritto nel quale proponeva una sua personale rivisitazione dei contenuti delle lezioni; nel frattempo molti studenti cominciavano a inviare considerazioni personali sui temi del corso al sito. Nel volgere di pochi mesi, il sito di cui sono responsabile ha potuto ospitare numerosi interventi critici degli studenti su fatti di cronaca (Erika e Omar, l'infanticidio di Cogne, ecc) e una ventina di elaborati presentati all'esame, selezionati fra quelli più sistematici e/o creativi.

Tutto il materiale prodotto dagli studenti è diventato in breve, per i detenuti del "Gruppo della trasgressione", un ricco e vitale stimolo su cui riflettere e ha indotto i detenuti stessi a chiedere un confronto ravvicinato con gli studenti. Questi, a loro volta, non chiedevano di meglio.

Da qui una constatazione piacevolmente sorprendente; Il desiderio di conoscenza e di confronto fra i due gruppi offre alla società e all'istituzione carceraria una nuova prospettiva: la freschezza e la forza degli studenti come strumento di risocializzazione del condannato. I detenuti, di solito molto più inclini a lamentarsi per le proprie pene che ad ascoltare quelle del cittadino ferito dai reati, con i giovani studenti diventano curiosi e disponibili al dialogo.

In sintonia con il Provveditorato e con la Direzione di San Vittore viene organizzato un piccolo convegno nel quale alcuni degli studenti che hanno già superato l'esame portano i loro elaborati e li offrono alla riflessione dei detenuti e di una trentina di comuni cittadini cui il carcere, per l'occasione, ha aperto le porte.

Ne viene fuori un dibattito molto coinvolgente, con contenuti ricchi e toccanti. La qualità dell'incontro induce il Provveditore a suggerire che se ne facciano degli altri. 

Si vorrebbe pertanto verificare se sia possibile organizzare in maniera sistematica una fattiva collaborazione fra Università e Carcere, una collaborazione fra le Istituzioni che permetta agli studenti che ne facciano richiesta di entrare sistematicamente in carcere 

Nel frattempo, detenuti e studenti stanno lavorando congiuntamente sul tema della sfida, che, non a caso, è stato uno dei temi centrali del corso. La sfida è infatti un'esperienza centrale dell'adolescenza e, in particolare, di quegli adolescenti che rischiano un'evoluzione deviante. La sfida è anche il tema che ci si prefigge di trattare nel prossimo miniconvegno a San Vittore, incontro dove, ancora una volta, studenti, detenuti e cittadini comuni potranno confrontare le loro considerazioni e le loro attese reciproche.