Bicocca, appunti per la seconda giornata

 


Angelo Aparo -
09-11-2001

L'uomo guarda la realtà attraverso il prisma della propria fantasia, del proprio immaginario, dell'immagine di se stesso, delle proprie motivazioni, della fiducia o sfiducia nelle proprie risorse.
Tutto ciò può anche essere identificato come lo spazio potenziale, cioè lo spazio che l'individuo percepisce come la somma delle risorse interne e delle condizioni ambientali utili per esprimersi ed agire nel mondo in senso trasformativo, autoemancipativo e/o regressivo.

Tale spazio per alcune persone è molto ampio, per altre è stabilmente molto ridotto; a renderlo ampio o angusto concorrono una grande varietà di fattori ambientali e soggettivi;
quanto più tale spazio è angusto tanto maggiore sarà la rabbia, il rancore, la smania di riappropriarsi di ciò che manca, di eliminare le cose e le persone che sembrano chiudere questo spazio.

E' in relazione a tale spazio che l'individuo impara a formulare le proprie domande; è in relazione a tale spazio che si impara ad individuare i propri desideri e ad affermare la propria volontà; è ancora in relazione a tale spazio che l'individuo impara a leggere e a interpretare le regole che disegnano il campo del vivere sociale e i codici grazie ai quali elaborare le proprie domande.

Il comportamento deviante significa, ricorda, rappresenta qualcosa che ci appartiene: relazioni, conflitti, ombre.

Occorre che questi significati vengano raccolti, interpretati ed elaborati.

Tutto ciò è più facile se il carcere è in città, a portata di mano, e se esso mantiene le porte aperte a tutto ciò che di costruttivo può passare nelle due direzioni:

  • la curiosità di chi non dimentica che la rabbia appartiene anche a chi ne sa contenere gli effetti crudamente aggressivi

  • le valenze costruttive di sogni abortiti anzitempo (Non era questo il primo sogno).
Occorre scontrarsi con ciò che è dichiaratamente oscuro e incomprensibile per imparare a dubitare anche di ciò che appare chiaro e dotato di senso compiuto.

Occorre tuffarsi nei reati più incomprensibili per imparare a formulare le domande che poi pianteremo come cunei fra i reati apparentemente comprensibili.
E' facile illudersi di comprendere il senso di furti e rapine, visto che entrambi questi reati sembrano portare a chi li commette vantaggi economici; molto meno facile è comprendere il senso di chi danneggia il prossimo senza ricavarne altro profitto che non sia quello di appagare la propria volontà di abusarne. Ma volontà di chi? E quale abuso?

Il gesto deviante corrisponde ad una domanda male assemblata rivolta ad un interlocutore dall'identità confusa.

Vogliamo provare a verificare la ragionevolezza di quest'affermazione?
Parliamo allora della pedofilia, dell'esibizionismo, dell'omicidio commesso durante un raptus.