Il gruppo della trasgressione

Angelo Aparo

 

Chi e perché?

Dal settembre del 97, nella sezione penale del carcere di San Vittore, è attivo un gruppo di lavoro che si riunisce due volte la settimana per riflettere sul tema della trasgressione. E' un gruppo di discussione aperto, che invita almeno una volta al mese degli ospiti (docenti di varie materie, giuristi, giornalisti, religiosi, artisti, gente dello spettacolo), con i quali si confronta sugli argomenti trattati nelle riunioni interne.

Il nucleo originario del gruppo, costituito da una quindicina di detenuti e dallo psicologo della sezione, dott. Angelo Aparo, nell'aprile 2002 ha trovato il suo complemento in un gruppo di studenti universitari. Oggi detenuti e studenti lavorano dentro e fuori dal carcere sugli stessi temi, si incontrano due volte la settimana dentro il carcere di San Vittore, organizzano incontri dentro e fuori dal carcere sui temi del sito con esponenti di diverse discipline e associazioni impegnate nel settore sociale.

 

Gli obiettivi principali del lavoro sono:

L'assunto di riferimento è che in ogni campo dell'espressione umana possono essere rintracciati esempi di trasgressione, giacché da sempre avviene che l'uomo:



Perché in carcere?

La scelta di attivare in carcere il "Gruppo della trasgressione" nasce dalla considerazione che nell'immaginario comune la trasgressione identifica lo sconfinamento dalle regole operato da chi commette un reato, ma anche l'area entro la quale è possibile visualizzare con simpatia:

Una riflessione sul tema della trasgressione, portata avanti in collaborazione fra cittadini comuni e detenuti poteva quindi risultare utile a ridurre la frattura che il muro di cinta comporta inevitabilmente. Ma visto che alcuni fra i principali attori della trasgressione risiedono in carcere, perché non iniziare proprio da qui?

 

Breve storia del Gruppo

Nel settembre del 97 cominciano gli incontri del gruppo. Sono disordinati, tumultuosi, ma molte persone appaiono sinceramente interessate. Non è facile superare le difficoltà che l'ambiente comporta, né le resistenze che molti detenuti vivono verso un'attività che li invita a mettersi pubblicamente in gioco assai più di quanto sia costume all'interno delle mura carcerarie.

Anche se lo stile della comunicazione fra i partecipanti lascia molto a desiderare, nel giro di qualche settimana si viene a creare una base comune di interrogativi, di idee e di intenti.

Nel corso degli incontri ci si chiede, insieme con i primi ospiti, se esista una matrice comune:

Dopo alcuni mesi vengono concordate delle mete di riferimento e delle attività per coltivarle:

 

Le mete

 

Le attività

L'attività del gruppo, che si era andata esaurendo via via che molti dei membri fondatori erano andati in libertà, si è rivitalizzata da quando i detenuti hanno avuto la possibilità di interagire con un nutrito gruppo di studenti della Facoltà di psicologia della Università Statale della Bicocca - Milano.

Il gruppo ha poi continuato ad ampliarsi e ad arricchire la sfera dei suoi interessi; dopo il 2002, infatti, sono divenuti parte integrante del gruppo il dott. Giampietro Borasio, la prof.ssa Mariella Tirelli e alcuni studenti della facoltà di giurisprudenza della università Statale di Milano.

Studenti e detenuti incrociano i loro scritti sul sito e conducono all'interno e all'esterno del carcere attività coordinate: interviste sugli argomenti che trattiamo, lavori collettivi per i convegni "Luci e ombre", progetti per intervenire in quartieri o in situazioni scolastiche con adolescenti a rischio.

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