Pasquale

mi viene in mente lui con il suo gessato che cammina, a testa alta, in reparto;
mi viene in mente la sua agenda;
mi viene in mente la sua penna;
mi viene in mente quando io e Tilde, quasi ridendo, ci domandavamo “ma cosa scrive”;
mi viene in mente quando si presentò in sala cinema alla festa, con il gessato, l’agenda e la penna…
mi viene in mente quando finalmente lasciò l’agenda e la penna sul tavolo e  cominciò a cantare Battisti;
mi viene in mente il suo sguardo stupito quando io e Tilde cantavamo;
mi viene in mente quando, alle riunioni di reparto, se ne andava perché c’era troppa confusione;
mi viene in mente quando cercava di spiegarmi che una del Nord certe cose del Sud non può capirle;
mi viene in mente quando mi diceva che ai giovani bisogna dare tempo… dovevano capire…
mi viene in mente quando abbiamo visto insieme Gomorra;
mi viene in mente quando, con dolcezza, cercava di spiegare ai giovani che quella non è la vita;
mi viene in mente quando rideva perché lo chiamavo Pasqui e non Karim;
mi viene in mente quando mi ha detto che dovevo scrivere per salute ingrata e, poi, mi ha anche fatto i complimenti;
mi viene in mente quando, con il magone, mi parlava dell’importanza del gruppo della trasgressione;
quando mi spiegava che finalmente ha scoperto L’UOMO;
mi viene in mente quando mi vedeva sconfortata e, senza che gli dicessi niente, mi diceva che bisogna provare ancora…
mi viene in mente quando mi parlava dei suoi sogni, dei suoi progetti, dei suoi figli;
quando mi parlava delle bellezze dell’Africa;
mi viene in mente quando già stava male e noi andavamo a consolarlo;
mi viene in mente quando era lui a consolare noi;
mi viene in mente le sue risate quando, con i suoi fratelli, parlava della sua famiglia in Calabria.

Mi viene una nostalgia delle chiacchierate con lui.
Lo aspetto… per parlare, discutere e ridere… magari mangiandoci ancora una pizza insieme.

Alcuni scritti di Pasquale