Il sogno

Pasquale Forte

  31-01-2006
 

Sono le 4 del mattino, sono sveglio e assaporo la solitudine, una sensazione amplificata dal silenzio che caratterizza le notti di luoghi come questo. Piano piano mi si insinua dentro e mi pervade. Poi muta di segno e diventa un senso di benessere che si espande in questo piccolo spazio, finalmente privo di confini. Le foto dei miei figli, appese al fianco del letto si dilatano, prendono vita… è la mia casa!

Sono seduto sul divano davanti al salone, la mia piccola Jasmine è accoccolata sulle mie gambe, appoggiata delicatamente sul mio petto, un lieve sorriso e gli occhioni che mi fissano e scavano alla ricerca di risposte che non so dare.

 

 

Il fratellino Jihad, piccolo principe di casa, è a cavallo del suo destriero, una automobilina a batteria, che ansima e soffre per le sollecitazioni che riceve durante le scorribande nel salone. Arriva di fronte a me, si ferma un attimo, un sorriso che vuol essere corrisposto, gli serve la mia approvazione, la mia stima, il mio rispetto, ma soprattutto l’amore che ottiene dal mio sguardo. E riparte soddisfatto.

 

 

Lei è seduta nella poltrona a fianco del divano, accoccolata. Con gli occhi mi trasmette il suo stato d’estasi, nella visione dei nostri figli mentre si nutrono della serena quotidianità a loro dovuta…

Sento dei passi, un chiacchiericcio soffuso e il socchiudersi del blindato mi riporta indietro. Il suo sguardo si è dissolto… insieme con il sogno che materializza gioia e dolore, che dà spunti di riflessione.

Quale distanza, a volte incolmabile, tra ciò che desideriamo, ciò che ci proponiamo e ciò che riusciamo concretamente a realizzare.

 

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