Il doppio: osservazioni e programmi

Redazione

San Vittore - Verbale del 18-05-2009  

Il dialogo scritto da Antonio Tango tra due parti contrastanti di sé è stato proposto, sotto forma di rappresentazione teatrale, come stimolo iniziale all’incontro di questa mattina con due classi dell’Istituto Mattei di Rho. Al termine della rappresentazione Aparo ha chiesto ai presenti di evidenziare i passaggi più significativi e di dare un nome alle due voci presenti sulla scena.

Nel pomeriggio abbiamo poi ragionato sulle reazioni degli studenti al dialogo fra i due personaggi e sui possibili utilizzi della scena negli incontri con le scuole.

Il dialogo, ogni volta che viene messo in scena, permette di attraversare alcuni dei contenuti più rappresentativi del lavoro del gruppo e lascia aperta la possibilità di introdurne di nuovi. Tra i temi: il rapporto con l’imperfezione e il limite, il rapporto con l’autorità (l’autorità che schiaccia, l’autorità che promuove, l’autorità del bambino), le micro e macro scelte, la sfida (dalla sfida privata all’agorà), il potere, la costruzione.

Il tema del doppio, che il dialogo di Antonio bene evidenzia, verrà utilizzato per favorire la comunicazione con gli adolescenti delle scuole nei progetti di prevenzione di bullismo, tossicodipendenza e disturbi alimentari.

Antonio T: Il dialogo è tra me e me stesso, tra la parte debole che, stanca della vita vissuta fino a quel momento, si pone delle domande e la parte forte che non vuole stare a sentire, che vuole mantenere il dominio di sempre. Il Debole vuole fare capire al Forte che è ora di cambiare rotta, ma il Forte non vuole ascoltare. Allora il Debole introduce il discorso dell’accudimento del figlio e del suo futuro, ma il Forte si ostina a dire che bastano le rapine per dare un futuro al figlio. Il Debole fa un altro tentativo, dice al Forte che loro figlio ha bisogno della presenza del padre, non dei soldi. A questo punto il Forte si addolcisce e il dialogo si conclude con un “proviamo”.

Mario: Antonio esprime il conflitto tra ciò che egli è stato e ciò che vorrebbe essere, tra la parte arrogante di sé che tiene in ombra la parte fragile e la parte fragile portatrice di desideri, risorse e capacità.

Aparo fa notare ad Antonio che nel dialogo, al momento, manca un aspetto importante: il riconoscimento del danno verso gli altri, nel senso che manca la consapevolezza che dimenticare l’esistenza dell’altro ti fa perdere parte della tua umanità.

Sono invece presenti altri aspetti significativi:

Antonio T: Quando dentro di te riesci a mettere d’accordo due parti contrastanti, vinci! E puoi tornare a progettare.

Mario: Se le cose le fai per un altro, anche se l’altro è tuo figlio, corri il rischio di cadere. Le devi fare per un sano egoismo! Per te stesso.

Nuccio: Si sta parlando di trasformazione. Io rappresenterei la lotta tra le due parti con l’immagine di Davide e Golia: il confronto non mi sembra alla pari! La lotta non è tra me e me stesso, è tra me e una montagna!

Mario: Mi pare che la grandezza di Golia sia inversamente proporzionale alle gratificazioni ottenute da Davide nelle sue costruzioni: più nella vita raggiungi risultati, meno hai bisogno di cercare gratificazione nella distruttività; più la tua parte fragile acquisisce spazio e forza, meno vivi nel conflitto.

Nelle prossime settimane saremo impegnati a riflettere su come comunicano le diverse coppie dialettiche all’interno di ognuno di noi e ad accostare fotografie, dipinti, musiche alle diverse parti presenti nel dialogo.

Verranno successivamente invitati al gruppo alcuni professionisti per interagire su questo tema. Il primo ospite sarà lo storico d’arte Stefano Zuffi, vecchio e collaudato alleato del gruppo.

Il materiale raccolto e rielaborato verrà proposto nelle scuole durante il prossimo anno scolastico.