Faber, Amico fragile…

Angelo Aparo

22-02-2000

Prefazione

Dal porto di Genova al lungomare di Bahia in Brasile, attraverso i vicoli della Città vecchia, Fabrizio de André passeggia, orfano volontario delle tradizionali e confortanti verità assolute: una bambina e una puttana vivono entrambe in Via del Campo, tanto vicine l'una all'altra da far germogliare fiori, illusioni e speranze d'amore in chi va a trovarle

Via del Campo c'è una bambina
con le labbra color rugiada
gli occhi grigi come la strada
nascon fiori dove cammina.

Via del Campo c'è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano

In viaggio con un bagaglio di domande, rimescola le categorie del bene e del male, fino a farne emergere ruoli imprevisti: le puttane insegnano e i professori vanno a lezione. I suoi personaggi appaiono ricchi di una fragilità che ce li rende cari, capaci di coinvolgerci e di indurci a cercarli fra i vicoli della Città vecchia.

Loro cercan là, la felicità
dentro a un bicchiere
per dimenticare d'esser stati presi
per il sedere
ci sarà allegria anche in agonia
col vino forte
porteran sul viso l'ombra di un sorriso
tra le braccia della morte…
 
Ma se capirai,
se li cercherai fino in fondo
Se non sono gigli, son pur sempre figli,
vittime di questo mondo
In ogni debole che incontra lungo il cammino, indovina un desiderio, un'aspirazione ad ampliare il suo orizzonte, la voglia di inseguire un'illusione, che lo svincoli dalla passività e dalla rassegnazione.
Ne è un esempio Princesa

Nel dormiveglia della corriera
lascio l'infanzia contadina
corro all'incanto dei desideri
vado a correggere la fortuna
 
Nella cucina della pensione
mescolo i sogni con gli ormoni
ad albeggiare sarà magia
saranno seni miracolosi…

e allora il bisturi per seni e fianchi
in una vertigine di anestesia
finché il mio corpo mi rassomigli
sul lungomare di Bahia

A volte si sofferma sgomento a costatare l'incapacità degli uomini di superare gli schemi che li opprimono, che alimentano il dolore collettivo e individuale, ma privo delle verità morali celebrate, si trattiene dal giudicare. Non lo fa nemmeno con quei marinai di foresta che gli avevano consentito di vivere l'esperienza del carcere "da privatista": Franziska.
Marinaio di foresta
senza sonno e senza canzoni
senza una conchiglia da portare
o una rete d'illusioni.
 
Tu bandito senza luna,
senza stelle e senza fortuna
questa notte dormirai col suo rosario
stretto intorno al tuo fucile.
Nella Guerra di Piero, il soldato che non fa caso a quanto sia triste "crepare di maggio", non viene giudicato per la sua scelta, ma commiserato per l'incapacità di incontrare gli occhi di Piero, che lo ha risparmiato.
E mentre gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria,
non ti ricambia la cortesia.
La stessa desolata amarezza avvertiamo in Disamistade, per gli antagonisti di annose faide.
Due famiglie disarmate di sangue
si schierano a resa
e per tutti il dolore degli altri
è dolore a metà
Ma il giudizio veramente tagliente Fabrizio De André lo emette, con Amico fragile solo verso coloro che dietro il loro giudizio si schermano

E poi sospeso tra i vostri “Come sta”
meravigliato da luoghi meno comuni
e più feroci,
tipo: “Come ti senti, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi
un’ora al mese di te”
“Lo sa che io ho perduto due figli”
“Signora lei è una donna piuttosto distratta"

A volte, come in Geordie, si limita a evidenziare la sproporzione fra il gesto trasgressivo del debole e la risposta impietosa del potente;

Impiccheranno Geordie
con una corda d'oro,
è un privilegio raro.

Rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro

ma nell'amarezza e nel rancore di Un giudice coglie come i tratti della arroganza e della fragilità convivano in un'unica persona
è triste trovarsi adulti
senza essere cresciuti…
…E allora la mia statura
non dispensò più buonumore
a chi alla sbarra in piedi
mi diceva. “Vostro Onore”
Di solito, evidenzia la sterilità di chi si nasconde e si perde dietro la propria forza e la capacità di lasciarsi toccare dalla vita da parte di chi ne viene emarginato.
Mentre il potente vincitore Carlo Martello esce sconfitto dal contenzioso con la dama,
Veloce lo arpiona la pulzella
Repente la parcella presenta al suo Signor
“Deh! Proprio perché voi siete il Sire
fan cinquemila lire, è un prezzo di favor"
nella Ballata dell'amore cieco, un uomo, succube della donna amata, supera felice l'estrema prova della morte. Morir contento e innamorato
quando a lei nulla era restato
non il suo amore non il suo bene
ma solo il sangue secco delle sue vene
Proponendoci ora la ricchezza degli emarginati, ora la miseria umana dei grandi, De André cerca di pareggiare i conti, come in Khorakhané, valorizzando la vita degli umili. E se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e fortuna
allo specchio di questa kampina
ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio
Ma l'imperfezione, per De André, non è solo un tratto irrinunciabile dell'uomo cui concedere pietà; né la miseria, solo un effetto dei contrasti sociali. I suoi personaggi, tutti umanamente impastati di bene e di male, di mediocrità e di grandezza, frequentano l'essenza del vivere proprio fra le pieghe della loro imperfezione e della loro fatica. Accade ogni giorno fra le mulattiere di Creuza de ma;

E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi negli occhi
finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze
padrone della corda marcia d'acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare

Accade, in Ho visto Nina volare, a mille operai sconosciuti, pescatori, api laboriose che sognano di volare per brevi istanti al di là della fatica quotidiana;

Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera
mastica e sputa
prima che venga neve
luce luce lontana
più bassa delle stelle
quale sarà la mano
che ti accende e ti spegne
ho visto Nina volare
tra le corde dell'altalena
un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena

vive un'onirica e tumultuosa felicità la moglie di Anselmo, assecondata in Dolcenera da un incontenibile alluvione che la ripaga di una mancanza senza tempo. così fu quell'amore dal mancato finale
così splendido e vero da potervi ingannare
Assai più tetra è la condizione di chi viene schiacciato e ottuso proprio da ciò che non gli manca e che pure, come in Quello che non ho, lo tormenta. Quello che non ho è una camicia bianca
quello che non ho è un segreto in banca
quello che non ho sono le tue pistole
per conquistarmi il cielo
per guadagnarmi il sole
Privatosi per sua scelta del Dio che provvede a riequilibrare quello che la storia umana separa e squilibra, invita l'uomo a cercare frammenti della sua umanità anche nella mediocrità di una Pittima,

io sono una pittima rispettata
e non andare in giro a raccontare
che quando la vittima è uno straccione
gli do del mio

o nel gesto estremo della Ballata del Miché, ultima dedica alla donna, ultima, perdente sfida contro le inviolabili porte del carcere

Lo avevan perciò condannato
vent'anni in prigione a marcir,
però adesso che lui s'è impiccato
la porta gli devono aprir

Ma incredulo, di fronte all'idea che possa esistere una legge che non preveda la comprensione, rivolge a Dio una Preghiera in gennaio per accogliere anche chi ha trasgredito alle Sue leggi, togliendosi la vita

Quando attraverserà
l'ultimo vecchio ponte
ai suicidi dirà
baciandoli alla fronte
"venite in Paradiso
là dove vado anch'io
perché non c'è l'inferno
nel mondo del buon Dio"

De André invita l'uomo a respirare la vita anche e soprattutto nelle sue scorie, in quelle imperfezioni che impediscono l'appagamento di un ordine integrato, ma che consentono a volte una disobbedienza vitale. E rivolgendo ancora a Dio una Smisurata preghiera, invita gli uomini investire il meglio di sé nella tolleranza verso chi, liberatosi dall'anestesia dell'ordine, viola gli schemi che celebrano il nulla per garantire potere e impunità.

per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità
ricorda Signore
questi servi disobbedienti alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto che dopo tanto sbandare è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista, come un'anomalia,
come una distrazione, come un dovere

Uno strano e intenso rapporto quello di De André con la religione! Il Dio di cui parla viene continuamente invitato a presentarsi come uomo, forse l'unico modo in cui De André trova possibile e desiderabile l'incontro. L'intero album La buona novella ne è una testimonianza.

 

Ma già prima, in Si chiamava Gesù, era stato raccontato come un uomo fra gli uomini quel Cristo che, pur senza riuscire a togliere il male dalla terra, aveva accettato lacrime e spine e, soprattutto…

Per me sei figlio, vita morente,
ti portò cieco questo mio ventre,
come nel grembo, e adesso in croce,
ti chiama amore questa mia voce.
Non fossi stato figlio di Dio
t'avrei ancora per figlio mio"


.…morì come tutti si muore
come tutti cambiando colore…
Di Maria dicono fosse il figlio
sulla croce sbiancò come un giglio

Ma per De André, non è da meno dell'amore e del sacrificio divino l'ospitalità con cui Il pescatore sorride, dopo avere offerto all'assassino quel vino e quel pane che tanto rilievo hanno nella liturgia cristiana.

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame

Contesta i comandamenti a uno a uno con Il testamento di Tito, ma propone, per ognuno di essi, un suo personale, terreno e schiettamente imperfetto modo di appropriarsene; cioè prendere dentro allo sguardo dell'uomo quanta più vita possibile, bonificando l'umana pietà dal rancore,

Io, nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore

quello stesso che oscura il giudizio del nano diventato Un giudice,

Fu nelle notti insonni,
vegliate al lume del rancore…
che preparai gli esami, diventai procuratore
giudice finalmente,
arbitro in terra del bene e del male

che alimenta le faide, la Disamistade, appunto,

che la disamistade si oppone alla nostra sventura questa corsa del tempo a sparigliare destini e fortuna

che porta al genocidio del Fiume Sand Creek

si son presi il nostri cuori
sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola
dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio di un temporale

o alla tragedia di Sidùn

ciao bambino mio l'eredità
è nascosta
in questa città
che brucia che brucia
nella sera che scende
e in questa grande luce di fuoco
per la tua piccola morte

ciao mae 'nin l'ereditae
l'è ascusa
'nte sta citate
ch'a bruxa ch'a bruxa
inta seia che chin-a
e in stu gran ciaeu de feugu
pe a teu morte piccin-a

Gran parte delle sue canzoni guardano alle contraddizioni senza stupore e senza acrimonia. Non c'è trasgressione di fronte alla quale De André non si chieda se essa non contenga qualcosa di costruttivo, il fremito vitale della Bocca di rosa, che troviamo al di fuori dei binari più tradizionali.

C'è chi l'amore lo fa per noia
chi se lo sceglie per professione
Bocca di rosa né l'uno né l'altro
lei lo faceva per passione

De André avverte chi lo ascolta che non sempre è possibile seguire una strada lineare; a volte è proprio La cattiva strada, quella in grado di dare maggiore spazio alla varietà dei mondi, delle emozioni che l'uomo ha dentro di sé…

E quando poi sparì del tutto
a chi diceva: "E' stato un male"
a chi diceva: "E' stato un bene"
raccomandò: "Non vi conviene
venir con me dovunque vada,
ma c'è amore un po' per tutti
e tutti quanti hanno un amore
sulla cattiva strada…"

fosse anche ad indicarla proprio Il fannullone;

Non son poi quel cagnaccio malvagio
senza morale, straccione e randagio
che si accontenta di un osso bucato
con affettuoso disprezzo gettato.
Al fannullone sa battere il cuore,
il cane randagio ha trovato il suo amore.

Il suonatore Jones inventa e spende attimi di libertà suonando…

per un fruscio di ragazze a un ballo
per un compagno ubriaco".

Un matto è capace di regalare erba fiorita alla terra che lo ricopre, anche se…

neppure la notte [lo] lascia da solo
gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro

Sulla collina di Spoon River dorme, insieme a Jones, un'umanità fragile, insoddisfatta, eletta e pregiata nella sua imperfezione.

…sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore:
"Tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?"

Fino alle ultime canzoni, i suoi personaggi vivono di frammenti, di attese, di cocci che non cercano nemmeno di mettere insieme, diffidenti a causa del rischio di rimanerci ingabbiati dentro. La fragilità è per De André il prezzo necessario per evitare il soffocamento dell'acquiescenza, e forse anche lo strumento indispensabile per trasformarsi in Anime salve e non farsi estromettere dalla vita.

anime salve in terra e in mare
sono state giornate furibonde
senza atti d'amore
senza calma di vento
solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo

Molte delle sue canzoni parlano di amori colti di passaggio, vicino all'acqua di chiare fontana, di incontri fugaci, ai quali vengono affidate irriducibili fantasie di eternità:; come ne La canzone dell'amore perduto.

Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole:
"Non ci lasceremo mai, mai
e poi mai".

Altre volte, come in Amore che vieni, amore che vai, una vena di tristezza accompagna la coscienza della fugacità dell'amore,

Venuto dal sole o da spiagge gelate,
perduto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai;
amore che vieni, amore che vai

o con molte delle passanti, appena intraviste.

e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.

Costruire negli incontri, brevi o duraturi, frazioni di eternità è uno dei suoi luoghi più ricorrenti. In una vita in cui il rischio della omologazione incombe, l'incontro con l'altro, pur fugace, diventa uno strumento per attraversare il guado che separa dalla morte, senza viverla anzitempo.

ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo

Da La città vecchia a Princesa, l'incontro fra realtà diverse è, per De André, la principale verità verso cui tendere, l'unica dalla quale noi tutti proveniamo

Sono le braci di un'unica stella
Che squilla di luce di nome Princesa

Stasera è un momento d'incontro tra persone diverse per estrazione sociale e ideologia: mondi che possono allontanarsi sempre di più, dimenticando d'avere un'origine comune, ma che possono riconoscere il loro impulso a cercarsi, a ricongiungersi.

E che bella compagnia, quella che vuole intendere la musica e i testi di questa serata come un gioco e un lavoro per ripensare alla menzogna che c'è in ogni separazione!

Da Giugno 73

io mi dico è stato meglio lasciarci
che non esserci mai incontrati.