Sisifo alla Fiera dell'Officina di Via Belgioioso

Livia Nascimben

  02-02-2011

Udite! Udite! Sisifo è stato in Fiera, in via Belgioioso. E grazie all'impegno di due artisti, Alessio Ferraro e Adriano Avanzini, sulle bancarelle della fiera è ancora possibile vedere uno spaccato dell'evento. Il quadro ha bisogno di essere preso in mano e fatto fruttare, prima che la polvere e il tempo costringano gli attori a ripetere le loro storie per l'eternità.

 

Foto di Alessio Ferraro; Composizioni di Adriano Avanzini

 

Aparo (al centro) ci racconta la storia di Sisifo, partita dall'antica Grecia e arrivata fino ai nostri giorni; con le domande che nel tempo gli uomini si sono poste e che ancora attendono risposta.

Siamo alla fine di gennaio. A Corinto non piove dalla primavera scorsa. Ormai la città è allo sfascio: i pochi animali rimasti stanno morendo e gli abitanti sono così stanchi, stremati e arrabbiati con gli dei che rischiano di uccidersi (la lotta all'estrema sinistra) per accaparrarsi quel poco di acqua rimasta di scorta.

Il giovane Re di Corinto, Gerry Goi, mentre, disperato, è in cerca di una soluzione per la sua città, vede Zeus rapire una bellissima ninfa. Disorientato e indeciso sul da farsi, continua a camminare. Lungo il percorso incontra Asopo, il padre della ragazza e dio dei fiumi, il grande assente degli ultimi mesi. Entrambi cercano qualcosa di importante. Si colpevolizzano per non essere stati all’altezza del proprio ruolo. Temono di essere fregati l’uno dall'altro e vedono come unica soluzione un baratto, che è anche una reciproca estorsione: l'informazione sulla ragazza per l'acqua. Poi ognuno va per la propria strada.

Asopo, Carmelo Impusino (in basso a destra), corre dallo Zeus Giovanni Crisiglione (in basso a destra, in versione giovanile e sportiva) a chiedere spiegazioni. Zeus è evasivo, è infuriato con Sisifo per aver avuto infangato il suo nome e non è disposto a mettere in discussione il suo potere. Manda via Asopo e convoca Ade, suo fratello (in nero, a sinistra, in basso nello schermo), con l'intenzione di far prendere Sisifo per portarlo agli Inferi. Ade, l'eterno secondo, capisce che suo fratello deve averla combinata grossa. Si ribella, continua a sentirsi dare ordini e poche spiegazioni e la cosa non gli sta bene, ma alla fine si adegua e affida a Tanathos, il dio della morte, il compito di strappare Sisifo alla vita.

Siamo alla resa dei conti. Sotto al narratore, Sisifo (seduto a sinistra del tavolo) parla con la Morte, il sig. De Andreis (sulla destra, con la giacca di pelle). Il momento è serio. Sisifo non vuole morire, prende tempo e offre da bere a Tanathos, che non rifiuta. Tanathos si sente un fallito: non è riuscito nel compito di spiegare a Sisifo l’importanza dei limiti e ora è costretto a consegnare a Sisifo il limite estremo, la morte. Per dimenticare beve… tanto che per l’astuto Sisifo non è difficile incatenarlo.

Il resto della storia lo conoscete. Sisifo continuerà a sfidare gli dei e a farla franca. Resterà latitante fino alla morte, sopraggiunta per cause naturali. A questo punto, Zeus dà a Sisifo la condanna del masso, da spingere inutilmente su un monte per l’eternità. Quello che accade dopo è sull’altro quadro, sempre sulle bancarelle della Fiera di via Belgioioso. Spostiamoci.

Un momento! Le tre donne (sulla destra in alto)? Cosa stanno guardando? C’è qualcuno che si fa avanti. Chi è? Un’autorità? No! Non può essere, si tira indietro. Anche là di fianco sta arrivando qualcuno. Dai che arriva! Ma dove? Là! Lo vedi? Vorrà intervenire? Ha un progetto in mano? Attendiamo…

 

Foto di Alessio Ferraro; Composizioni di Adriano Avanzini

 

La storia riparte dall’ultima scena. Sisifo, nello spingere il masso, si accorge che il masso parla. Non gli dà tregua. Lo perseguita! Ma il masso sa quel che fa. Vuole che Sisifo si interroghi sul senso della punizione, per il bene suo e dei suoi figli. Il masso sa che se Sisifo non si interrogherà sulla propria storia, il peso dei suoi errori ricadrà sui suoi figli.

Sisifo non vuole stare a sentire. Passeranno cento anni prima che qualcosa dentro di lui si muova. La bella Egina apparirà, come in sogno, a Sisifo e sarà così convincente da accendere nel condannato il desiderio di capire.

Il tempo delle domande è riattivato. A ognuno, la responsabilità del proprio ruolo.

Quali sono le risorse, le condizioni, gli strumenti, le relazioni che possono fare evolvere l’identità e le sue funzioni? La percezione soggettiva delle leggi e il rapporto con l’autorità? Ecc.. ecc..

 

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