Il senso della pena

Antonio Tango

27-12-2010  

Sono trascorsi cento anni da quando Sisifo ha cominciato a spingere il suo masso. Grazie all’aiuto di Persefone, Egina è riuscita a incontrare Sisifo in cima alla montagna più alta del Tartaro.

Egina: Sisifo, come stai?

Sisifo: Chi sei tu, con quella faccia così raccapricciante?

E: Ma, come, non mi riconosci?

S: No, non so chi tu sia! Hai delle somiglianze con Tanato, sei per caso sua sorella?

E: Non sono la sorella di Tanato, sono Egina.

S: No, è impossibile: Egina è bella, anzi è una delle più belle ninfe che io abbia mai visto. Tu, invece, sei orrenda.

E: Non sono mostruosa come dici tu. Sono sempre io, giovane e bella.

S: Ah ah ah! Giovane e bella… ma che dici?! Sei così spaventosa che non riesco a guardarti negli occhi.

E: Non riesci a guardarmi perché ciò che stai guardando non è il mio viso, ma la colpa ceh dentro di te non riesci a guardare.

S: La mia colpa? Perché, che ho mai fatto?

E: Sei stato indifferente di fronte alla sofferenza.

S: Ma cosa potevo fare? Giove è un Dio, mentre io sono un povero re mortale.

E: Potevi gridare al dio Eolo quanto avevi visto e chiedergli aiuto.

S: Ma, ma… io…

E: Non solo sei stato indifferente davanti alla mia sofferenza, l ’hai addirittura usata per ricattare mio padre.

S: Beh, cosa vuoi ora da me?

E: Noto che a distanza di cento anni la tua arroganza è rimasta la stessa.

S: Cento anni?

E: Sì, sono passati ben cento anni. E per vederti ho dovuto pregare Persefone.

S: A quale scopo? Ormai non puoi farmi più niente.

E: Volevo vedere se avevo ragione.

S: Ragione di che cosa?

E: Quando ho saputo che Giove ti aveva condannato per l'eternità a spingere un masso, mi sono sentita male.

S: Perché? Non ha mica condannato te.

E: In realtà, è come se lo avesse fatto. Io, infatti, non voglio la vendetta ma la giustizia.

S: Ad ogni modo, Giove mi ha punito. Non capisco cosa tu voglia da me ora?

E: Voglio la giustizia e non la vendetta, come ti ho già detto.

S: E infatti l’hai avuta: sono costretto a spingere questo masso per sempre, cosa vuoi di più?

E: Voglio che tu comprenda nel profondo del tuo animo il male che hai arrecato a me e al tuo popolo.

S: Comprendere?! Cosa c’è da comprendere nello spingere un masso?

E: Sono d’accordo con te: non ha senso. Ecco perché ho pregato la dea Atena di intercedere con suo padre Giove affinché la tua condanna fosse diversa.

S: In che senso diversa?

E: Vedi, Sisifo, per me la pena deve essere compresa.

S: Compresa! Cosa c’è da comprendere in una pena? La pena è pena.

E: è qui che ti sbagli e ha sbagliato anche Giove nel darti questa pena, perché la pena non deve essere inutile, ma costruttiva.

S: Costruttiva! Ma cosa stai dicendo! La pena viene inflitta perché uno sbaglia, e perché lui abbia a soffrire in proporzione a quanto ha arrecato sofferenza ad altri.

E: Come sei ingenuo, non capisci!

S: Capire cosa? Che c’è da capire nello spingere un sasso all’infinito?

E: Infatti, io non volevo questo, ma avrei voluto metterti faccia a faccia con la tua coscienza perché tu potessi riflettere sui tuoi errori.

S: La coscienza è l’unica compagna che ho, insieme al dispiacere di mia moglie e del mio popolo. Ma ti ripeto che sbagli non ne ho fatti. Cosa potevo fare contro un Dio?

E: Vedo che non hai ancora compreso il male che hai dentro.

S: Il male che ho dentro? Non ho nessun male.

E: Oh si che ce l’hai! Ognuno di noi ce l’ha. Ce l’hanno anche gli dei. Devi sapere che Giove si è impadronito del potere, spodestando il padre Kronos, e Kronos, ancora prima aveva fatto qualcosa di simile con il padre Urano. Tutti gli dei e tutti i mortali hanno dentro di sé il seme del male. Però è anche vero che tutti gli uomini possono decidere se lasciarsi guidare da questo seme o lavorarlo. Tu lo hai lasciato crescere dentro di te a tal punto che non riesci più a capire cosa è giusto o sbagliato.

S: Ma se è come dici tu, cosa posso fare io?

E: Tu da solo niente, ma puoi pregare la dea Atena, che oltre ad essere la dea della Giustizia è anche la dea del Sapere, di aiutarti a capire quando hai cominciato ad alimentare il seme del male.

S: Quando ho cominciato ad alimentarlo? Ma perché?

E: Perchè solo se parti dall’inizio puoi comprendere il male e acquisire gli strumenti per combatterlo. Solo così riuscirai a vedermi giovane e bella.

S: Allora vuoi dire che se io comprendo il male che tu dici, non ti vedrò più così orrenda?

E: Esatto. Perchè solo comprendendo come nasce il male non si fa più del male e soprattutto non lo si trasmette. Questa è la pena e la giustizia di cui parlo. Il resto è solo vendetta.

S: Egina, Egina, Egina dove sei, non lasciarmi solo ti prego, ti….

S: Oh dea Atena, io ti prego di non lasciarmi così, ti prego, aiutami a capire!