Per il progetto Genitori e Figli

Ivano Longo

26-05-2003  

Tutti siamo figli, ed alcuni di noi anche genitori.

Nell’ultimo gruppo della trasgressione, siamo arrivati a parlare di quello che è stato per alcuni di noi il rapporto con i propri genitori, di com’è stato importante, già dalla più tenera età, raccogliere e catalogare, magari in maniera sbagliata, i messaggi che ci sono stati dati dai nostri genitori.

E’ un mestiere difficile quello del genitore, perché qualunque scelta tu faccia, questa, volente o nolente, si riversa sui figli, che prendono dai genitori qualunque messaggio, anche quelli meno evidenti.

È difficile anche il mestiere del figlio, il quale si fa un’idea tutta sua dei propri genitori, creando dentro di sé un mondo parallelo alla realtà anche se, allo stesso tempo, vero.

Io, piano piano, mi sto rendendo conto che molto di quello che sono oggi, lo devo ai miei genitori; non voglio incolparli delle scelte che ho fatto, ma è anche vero che loro hanno un po’ di responsabilità.

Ho sempre pensato che il motivo dei miei comportamenti era dovuto anche alla mia situazione famigliare, ma non sapevo e non so bene neanche oggi, quali siano state le cause dei miei atteggiamenti da bambino che giocava a fare l’adulto prima e da adulto rimasto bambino poi.

Comportamenti che oggi, e non solo oggi, mi hanno portato in carcere, mi hanno portato a credere che io potevo tutto, che le persone intorno a me erano soltanto persone egoiste.

Queste “credenze” mi hanno indotto per molto tempo a fare quello che volevo, e a mettere in atto tutti quei “giochi crudeli” che i bambini sono in grado di fare, alimentando dentro di me sia il bambino ribelle che quello manipolatore.

Dell’ultima riunione mi è rimasta dentro la domanda che ha fatto Enzo Martino e cioè:che consiglio dareste ad un padre detenuto, per cercare di rimediare al “danno” che stanno subendo i suoi figli per la mancanza del padre?

Così, i discorsi che abbiamo fatto al gruppo mi hanno invogliato a scrivere questo piccolo progetto.

E QUINDI PROPONGO DI:

Collegarci al “progetto scuola”, per invitare in una serie di convegni qui in carcere, gli alunni e i genitori di alcune scuole, per dare la nostra testimonianza, (dopo esserci preparati, anche con scritti) su quello che è stato il nostro percorso di adolescenti e di adulti poi, (quello che pensavamo quando eravamo bambini, i messaggi che abbiamo ricevuto, i vari comportamenti, le ribellioni, le nostre esperienze sia come figli che come padri per chi è padre, il percorso che abbiamo fatto, e dove ci ha portato).

Penso che chiunque di noi, (gruppo esterno, interno, e il faro) abbia da raccontare e da dare agli altri, mettendosi in gioco tranquillamente e onestamente.

Per questo, e per l’interessamento che ho visto nell’ultimo gruppo, penso che, anche se non cambieremo il mondo, magari un seme potremo piantarlo; e, chissà mai, forse alcuni di noi riusciranno a fare qualcosa dei loro sensi di colpa, anziché aggiungere alle vittime delle scelte passate anche i propri figli.