Una sfida per nascondersi e un'altra per trovarsi

 

04-05-2002

Alice Ordanini


Ciao Claudio,
vorrei provare a rispondere alla tua e-mail raccontandoti una storia realmente accaduta, direi anche abbastanza comune.

Conosco fin troppo bene una ragazza (che chiamerò Camilla) che fortunatamente non è mai stata in ospedale per overdose...ma purtroppo ci è andata troppo vicina!
Non starò a raccontare nei particolari la sua storia per non annoiarvi troppo.

Camilla è sempre stata una brava bambina, ottimi voti a scuola, un'ottima famiglia, tutti erano orgogliosi di lei e si aspettavano grandi cose...insomma tutto sembrava procedere per il meglio fino a quando Camilla entra nella famosa fase adolescenziale:
Incomincia a vedersi brutta, tutte le sue amiche hanno già il ragazzino e lei no.
Si sente inadatta, poco accettata dai suoi coetanei, è stanca, è annoiata.
Il suo corpo è ancora vivo, ma Lei no! Lei non si sente più viva! Lei è morta dentro!

Nel frattempo quella che sembrava essere una famiglia perfetta comincia a sgretolarsi, i suoi genitori litigano in continuazione, parlano di divorziare e lei si sente terribilmente in colpa per tutto questo. Se mamma e papà sono infelici è solo colpa Sua, infatti se sua madre non fosse rimasta incinta probabilmente non si sarebbero mai sposati.
Come può continuare a recitare il ruolo di santarella in una commedia i cui registi e scrittori sono 2 adulti che prima adorava e idealizzava e che, di punto in bianco, sono diventati così terribilmente "umani" e pieni di difetti?

Deve distruggere tutto ciò che loro hanno creato, ovvero se stessa!
Comincia a fumarsi 1 canna, 2, 3 , 100, 1000. Non le importa più se in casa litigano.Lei ci sta il minimo indispensabile, chiusa in camera sua, e poi esce, si rolla una canna e tutto passa.
Poi si sa come vanno queste cose, conosci automaticamente un certo giro di gente. Lo "stono" della canna non è più sufficiente a mascherare tutte le sue sofferenze e allora decide di provare qualcos'altro...cala, pippa, per non parlare degli ettolitri di gin, vodka e tequila che ingurgita (droghe legali). Fortunatamente aveva paura degli aghi e ciò le ha impedito di provare l'eroina!

Continua a sentirsi inadeguata a tutto e a tutti, anche se ora qualche ragazzino ce l'ha si sente sempre inferiore agli altri. Tranne quando si droga, allora si sente troppo figa, onnipotente!

Il colpo di grazia le arriva quando si innamora del ragazzo sbagliato (che assomiglia in modo spaventoso a suo padre), All'inizio sembrava innamoratissimo e poi si è messo con la sua migliore amica. D'altra parte come avrebbe potuto un ragazzo così meraviglioso amare una ragazzina così insignificante come Lei? ...ma non poteva arrendersi, per 4 anni ha continuato ad amarlo e cercare di conquistarlo (conquistare lui significava riconquistare suo padre, quel papà che era convinta non la amasse più).

Non aveva più altri interessi, solo Dario e andare a ballare il sabato sera...una pasticca, un trip, un pippotto per cercare di non soffrire...e sembrava proprio funzionare..che grande scoperta la droga! Ti impedisce di stare male! Quante emozioni poi che non provavi da chissà quanto tempo!
Il problema è che finché è "su" ti senti in modo fantastico, (falsamente) bene; ma appena comincia a scendere sono guai...stai malissimo...tutti i tuoi problemi incombono come incubi, stai peggio di prima, sei depressissimo...Cosa fare allora? Semplice, un'altra cala, un altro pippotto, un altro gin! E ancora e ancora, fino a quando purtroppo ti succede di vomitare e collassare!
Se da una parte ti rendi conto che stai assumendo sostanze nocive per il tuo corpo e per il tuo cervello, d'altra parte te ne sbatti proprio perché odi il tuo corpo e il tuo cervello e li vorresti distruggere.
Fortunatamente Camilla ha avuto dei genitori meravigliosi che si sono accorti in tempo che la figlia stava prendendo una brutta strada. L'hanno capita, l'hanno aiutata. Tutti e 3 insieme hanno risolto i loro problemi e ora si vogliono ancora più bene di prima, sono più uniti. Lei va all'università e Dario non lo vede più. Deve recuperare un sacco di tempo perduto e ne ha un sacco di voglia!

Ma la maggior parte delle persone che frequentava non sono state fortunate come Lei.
La domenica mattina quando esce con suo papà a comprare il giornale le capita ogni tanto di vederli verso le 11 che stanno tornando dal sabato sera conciati come degli schifi, scavati in viso, pupille grandi come tutta la faccia...le fanno pena!
Si certo, qualche bicchierino di più ogni tanto se lo beve e qualche cannettina se la fuma...ma ora lo fa veramente per divertimento e non per cercare di non vedere ciò che le crea disagio, i problemi ora li affronta a testa alta!

Una sfida?

Forse, ma una sfida che non sapeva assolutamente di lanciare. Una sfida inconscia per cercare di scappare dalla sofferenza più grande (così la percepiva lei): quella di sentirsi morti in un corpo ancora vivo.
Quando il sabato sera diceva alla mamma che stava a dormire dalla sua amica, e invece andava al Number a ballare, diceva di farlo solo perché si voleva divertire e i suoi genitori, orchi cattivi, non le facevano fare niente.
Non si rendeva conto che quello che stava facendo era sfidare i suoi genitori.
Dentro di sé inconsciamente pensava:

"voi mi avete messo al mondo, voi mi avete creato sia fisicamente che caratterialmente, credete di conoscermi così come io credevo di conoscere voi, ma siccome voi avete deluso me, ora io deludo voi.
Siccome avete distrutto l'idea che io mi ero fatta di voi ora io distruggo quella che voi vi eravate fatti di me!
Dite di volermi tanto bene: non vi credo o non passereste ore a litigare e lanciarvi piatti. Quindi vi metto alla prova, vediamo se mi amate anche ora che non sono più una santarella, ma una ragazza cattiva che si droga e va male a scuola!".

Creare ai tuoi genitori un problema per fargli capire che anche tu ne hai. Che esisti! Hai bisogno di esistere!
Hai paura di chiedere aiuto perché significherebbe ammettere di essere deboli e di avere dei limiti e invece tu hai bisogno di sentirti onnipotente. Significherebbe essere ancora bambini e invece vuoi essere già adulto.
Lo so che queste cose "da grandi" sembrano solo stupidate: come può una ragazza essere responsabile delle crisi matrimoniali dei genitori? Ora lo sappiamo che se 2 persone si amano è normale che litighino e ciò non vuol dire che si amano di meno, ma a 16 anni questo non lo capisci.

Ora se hai qualche chilo in più non è una catastrofe, anzi ci fai pure qualche battuta. Se non hai il ragazzo pazienza lo troverai quando sarà il momento giusto.
Ma tutte queste cose a 16 anni sono vissute in modo molto diverso da oggi; ciò che oggi ci fa sorridere allora era un problema insormontabile.
Tutti a 16 anni abbiamo sentito che lo spazio a nostra disposizione era stretto. C'è chi ha avuto la forza e gli strumenti per distruggere e poi costruire. Chi non li ha avuti, e allora ha distrutto e basta.

E non è necessario avere la famiglia più disgraziata del mondo, anche con una madre sufficientemente buona e un padre che sa porre dei limiti si può arrivare a volersi distruggere con le droghe, col cibo....dipende da come tu percepisci le situazioni. E' così altamente soggettiva la percezione della realtà!
Con ciò non sto giustificando nessuno, men che meno Camilla. E' vero, ha scelto di fumare, di calare, di pippare...ma non era consapevole di quello che stava scegliendo. Una non-scelta data dall'impossibilità di vedere che ne esistevano delle altri plausibili.
Non sto dicendo che è stata colpa dei genitori, né tanto meno sto dicendo che è stata colpa sua. Anzi di colpe non ce ne sono proprio in questi casi!
Secondo me, se si cerca un colpevole in questi casi si parte con il piede sbagliato.

Sono contenta perché ho provato a capire che cosa le era successo; perché si era persa. Sono contenta che ora io e lei possiamo dialogare senza paura ma schiettamente! per un certo periodo pensavo sarebbe stato impossibile.

Grazie Claudio mi hai dato la possibilità di fare 4 chiacchere con una mia vecchia amica e forse ora io e lei andremo più d'accordo.