Il dito, la diga e la mia verità

Ivano Longo

26-07-2008  

Se mentre cerco la mia verità mi guardo dentro, scopro anche cose dolorose, cose brutte, cose che non accetto io per primo, ma che fanno parte di me. Se, mentre guardo queste cose, non mi limito a pensarle, ma lascio che prendano forma nelle parole, mi trovo a dire a volte che sono invidioso, malvagio, cattivo.

Sono un bastardo e mi diverto a ferire le persone, a torturarle anche psicologicamente appena trovo in loro il punto debole, e non me ne frega niente di fargli del male, anzi ne godo. La verità è che, a volte, uso le persone solo per il mio tornaconto o per nutrire il mio egoismo.

La verità è che non me ne frega niente né di vivere né di morire, e che non ho paura perché sono un folle. E se mi ferisci dieci volte, io ti ferirò mille volte in più e nella maniera più sottile e crudele. E in questi casi la memoria di un elefante non sarà nulla a confronto della mia. E quando ti ucciderò sparandoti in testa, vedrò il tuo corpo afflosciarsi di colpo come un sacco vuoto, svuotandosi dell’ultimo alito che hai dentro. Sentirò quel soffio ed io sarò soddisfatto perché non ti avrò permesso di gustarti nemmeno l’ultimo istante di vita.

Ecco perché il buco della mia diga è così piccolo. E’ così piccolo per poterlo tappare con un dito ogni volta che voglio, per non far uscire quello che ho dentro. Perché è solo di me stesso che ho paura. Questa è la mia verità.

 


Link dedicati:
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o magari alla discarica…
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cosa nascerà domani

eppure un po' si sa