Una lunga navigazione

 

Franco Faiella

22-02-2005  

Fin da piccolo sono stato molto attratto dalla storia dell’eroico mito di Odisseo Re di Itaca. Ulisse, uno degli eroi più importanti nell’Iliade e delle cui gesta si è raccontato nell’Odissea. L’avventura di Ulisse è straordinaria e mi sembra una metafora della mia vita, una lunga navigazione in balia delle onde.

Il nome stesso di Odissea è entrato nel linguaggio comune ad indicare una sequenza di traversie e avversità di ogni genere, ed è sempre stato questo ad attrarmi nel mito di Ulisse e nel racconto delle sue peripezie.

Un racconto, una storia, che ha lati terribili ma anche dei risvolti a volte sorridenti, con personaggi che agiscono come se si trattasse di gente comune che si incontra per la strada, perché ognuno di noi vive la propria odissea nella vita. C’è chi, come Ulisse, quando sembra finalmente arrivato alla meta, si ritrova ad affrontare altre avversità, a volte anche più terribili di quelle precedenti.

Il mondo in cui viviamo è pieno di insidie, gli uomini sono pronti all’inganno, esposti alle lusinghe, ai tranelli, mentre,  in questa lotta quotidiana che è la vita, un solo pensiero, un’idea, può risvegliare nuove energie per affrontare le avversità della vita e le sue problematiche. Ammiro la scaltrezza che lo distingue, l’astuzia con cui si fa beffa di uomini, mostri, Dei, la sua intelligenza, una delle massime risorse, se non la più importante, dell’essere umano.

Le analogie tra la nostra storia di vita vissuta e le aspettative e i desideri di Ulisse sono molte: la mancanza della terra natia, gli odori della casa, l’immagine dei nostri cari che soffrono nell’attesa amara del nostro ritorno!

Ulisse è un re che ritorna in patria vincitore, che spera di ritrovare la sua sposa, il figlio, il padre, e tutte le cose care che ha lasciato, che ama. Soffre, combatte e accetta con orgoglio e volontà la parte che il destino gli ha assegnato. Anche io ho dovuto, nonostante tutto, accettare la mia.

Vivendo fin dalla nascita una parte non voluta, sentirmi diverso dagli altri mi ha spinto sempre più a tentare di sentirmi uguale se non migliore. Ho così fatto anche delle scelte sbagliate in assenza di una guida e di quegli affetti che sono la base di una giusta crescita. Mi sono trovato in balia degli eventi, solo nella rincorsa dei miei sogni, delle mie aspettative, a tutti i costi, senza mai chiedere aiuto, caparbio e orgoglioso, in una normalità mai vissuta ma tanto voluta, sognata, ricercata! Cosciente a volte di sbagliare, ma bramoso di farcela, sempre e comunque. Fino a quando mi sono ritrovato “uomo”, e mi sentivo nonostante tutto di nuovo al punto di partenza, con ancora tante paure e tanti dubbi, tanti sogni infranti, tanti fallimenti.

Nel mio navigare in quel mare, a volte calmo altre tempestoso, che è la vita, mi sono lasciato ingannare da un canto delle sirene: cocaina, belle donne, falsi amici. Ti senti importante, vivo, fino a quando poi ti accorgi che in realtà sei più solo di sempre, perché ciò che in realtà andavo cercando era la mia Itaca, una famiglia, un figlio, una moglie, degli affetti.

Personalmente, mi rispecchio molto nel suo essere sempre alla ricerca della soluzione per raggiungere il proprio fine, senza abbattersi e senza lasciarsi andare. Lui è assistito dalla benevolenza della Dea Atena, io no, ma sono comunque le sue risorse umane, l’astuzia, il coraggio, la costanza, ad assisterlo e a farlo andare sempre avanti con caparbietà! L’eroe affronta il viaggio di ritorno combattendo mostri, giganti, popolazioni bellicose, si batte contro i venti e le tempeste, droghe e incantesimi, e infine si batte contro i pretendenti di sua moglie e del suo regno.

Ma prima di riuscire, ogni tentativo di arrivare in patria è respinto per l’ostilità di Poseidone, da una tempesta o un vento che lo porterà verso luoghi sconosciuti, come accade a noi che ci ritroviamo sempre a combattere contro le ostilità che la vita ci mette giorno dopo giorno sul nostro cammino!

L’eroe sa sempre quando può lasciarsi andare e quando invece deve fermarsi; soprattutto sa cosa rischia un uomo, quando si abbandona all’irrazionalità della passione senza difese e senza precauzione, passione che può essere materiale o morale, ma che comunque può essere deleteria per l’individuo. Ognuno di noi ha i suoi limiti, bisognerebbe sapere riconoscere i propri.

L’avventura umana è una storia complessa che forse non ha fine neanche dopo la morte, con le promesse e le scommesse che, nel corso della nostra vita, tutti abbiamo a volte mantenuto, a volte perso! Proprio come accade a Ulisse, che troviamo citato addirittura da Dante, e che io, per certi versi, affiancherei anche al “Figliol prodigo”, alla ricerca della responsabilità, delle proprie radici, degli affetti desiderati.

L’importante penso sia il sapersi rimettere in discussione cercando sempre di migliorarsi.