Un Ulisse come tanti

Carmelo Impusino

23-02-2010

Come uno dei tanti, troppi Ulisse, anch’io ho la mia piccola odissea, iniziata nell’adolescenza, quando, durante il mio viaggio attorno alla mia isola di certezze, nell’intento di percorrere la strada della vita con le mie sole forze ed esperienze, la mia bussola si guastò, facendomi così allontanare sempre più dalla mia isola… verso il largo.

Con la mia piccola barchetta, vedevo attorno a me estendersi imponente il mare, non ebbi paura e volli andare.

Erano passati diversi giorni… se fossi tornato, sarebbero bastati per affermarmi nella mia piccola isola come colui che, impavido, aveva saputo sfidare il mare. Ma nella solitudine dei miei pensieri, volli credere di essere un esperto e coraggioso navigatore… nel mare in tempesta volli credere di saper leggere la rotta dalle stelle, mentre la mia rete mi permetteva di nutrirmi e sopravvivere.

A poco a poco, l’immaginazione si confuse con la realtà, dandomi l’illusione di vedere porti e terra all’orizzonte e di sentire i canti delle sirene pronunciare il mio nome. Non potei che convergere verso quelle visioni anche perché, a differenza di Ulisse, non avevo nessuno a legarmi all’albero della mia barca. Quando giunsi ai miei miraggi fui letteralmente sedotto dalle inverosimili condizioni di benessere e onnipotenza che solo oasi e Olimpi potevano dare. In cambio non chiedevano altro che la mia assoluta dedizione al loro mondo illusorio.

Dopo qualche tempo, stanco della routine e sopraffatto da quel senso di presunzione che mi aveva sempre accompagnato, lasciai quei luoghi, convinto che avrei prima o poi  raggiunto una maggiore solidità e quelle certezze di cui pensavo la mia vita avesse bisogno.

Ripresi il largo con la mia piccola barca e con una nuova bussola. In mare aperto, mi dissi che era stata la mancanza di una bussola funzionante a fare la differenza nel navigare. Ma si alzò il vento e in modo beffardo la bussola si guastò ancora. Cominciai a ripensare alla mia isola… riuscii a recuperare altre bussole… che, puntualmente, si guastarono…

Dopo anni di navigazione, con la mia piccola barca rattoppata, sopravvivo nella speranza di ritrovare il piccolo porticciolo da cui prendemmo il largo. Non erano le bussole guida a guastarsi, ero io incapace di leggerle…