A volte bisognerebbe crederci

 

Dino Duchini

Ero, come al solito, pessimista. Come non esserlo…dopo tanti anni di carcere senza avere mai visto riconosciuto il lavoro svolto da parte della Magistratura di Sorveglianza…
Non che ci sia nulla di obbligatorio, ma per quanto uno cerchi di tenere presente la propria situazione - credo sia normale - in buona fede, pensare, credere…sperare che gli addetti ai lavori si accorgano che un piccola iniezione di fiducia e di stima diventa necessaria come l' aria…
Quindi non mi aspettavo certo di essere autorizzato a partecipare al convegno sulla "Sfida" alla fondazione Prada.
Certo, ero molto rammaricato. Ci tenevo moltissimo; tutto il lavoro fatto con il "Gruppo della Trasgressione" mi aveva entusiasmato, mi ero fatto assorbire totalmente da quel lavoro.
Non si trattava di fede religiosa… ma intellettuale, sì.

Fino al giorno prima, quindi, senza alcuna malinconia avevo appreso che nulla era cambiato, e che solo due di noi erano stati autorizzati ad andare al convegno.
Anzi, per un certo verso ero contento anche soltanto di quei due permessi: innanzi tutto per i miei compagni che finalmente avrebbero preso una boccata d'aria fresca, ma anche perché se non personalmente, almeno il lavoro del gruppo avrebbe ricevuto una legittimazione parziale da parte della Magistratura.
Infatti, con il mio noto pessimismo credevo che non avrebbero autorizzato nessuno!
Penso che chiunque possa a questo punto immaginarsi la seguente scena, che vi racconto così come l' ho raccontata a mia madre:

"…ero nelle sede della redazione, all'interno di S.Vittore, stavo aggiustando uno scritto con Pippo…parlavamo, mentre lavoravamo, di quello che in quel momento stava avvenendo alla Fondazione Prada. Gli dicevo che ero contento che almeno in due erano andati e di come questo fosse un successo parziale, quando alle mie spalle si è aperta la porta… l' Agente mi ha detto: "Duchini, vada a prepararsi che è arrivato il permesso per andare al convegno".
Io l' ho guardato come se fosse un extraterrestre, ho pensato ad uno scherzo, ho cercato di rispondere senza che la mia voce tremasse per l'emozione, con poco successo; gli ho detto che sarei sceso al 2° piano dalla matricola… sono rimasto seduto sulla sedia per cinque minuti, non riuscivo ad alzarmi, non riuscivo a continuare quello che stavo facendo…fino a che Pippo mi ha detto che mi dovevo muovere perché sotto mi stavano aspettando….".

Naturalmente è vano questo mio tentativo di mettere "nero su bianco" le emozioni provate in quel momento ed immediatamente dopo, quando mi sono ritrovato esattamente dove avrei voluto essere.
Posso solo aggiungere che, dopo la fine del convegno, al rientro in carcere e tutto il resto, ci ho messo quasi una settimana a "metabolizzare" e riprendermi dalle emozioni.
E' stato tutto molto bello… esteticamente e sostanzialmente, internamente ed esternamente, fisicamente e moralmente!
Sono anche riuscito a seguire il convegno, così come l'avrei seguito se fossi stato in libertà, sono riuscito a parlare liberamente e proficuamente anche con persone che non sapevo neppure esistessero, tra le quali Imma Battaglia… con lei, grandi contenuti!
Dei contenuti e dei significati culturali, però, vorrei parlare un' altra volta…per adesso, spazio alle emozioni…in fin dei conti mi chiedo ancora se sia veramente successo. Comunque, grazie ai Magistrati di Sorveglianza
che me lo hanno permesso.