Minigruppo Margherita e Ivano

     

Primo minigruppo

Studenti: Alessandro, Luca e Mattia.

Abbiamo iniziato a parlare con i ragazzi rispondendo alle loro curiosità sulla vita in carcere, i suoi ritmi, le abitudini dei detenuti e l'attività del gruppo della trasgressione.

Rileggendo insieme lo scritto di Enzo "Papà, cosa fai in carcere?", abbiamo potuto scambiare qualche idea a riguardo.

Luca: in effetti, è un problema molto grosso al quale non pensavo. Credo sia fondamentale il ruolo della madre nel trasmettere un tipo di educazione e dei valori in grado di far crescere i figli con la consapevolezza dell'errore del padre. Negando la responsabilità o la gravità del comportamento paterno può essere che i bambini sviluppino un senso della giustizia distorto. Credo che per limitare il danno che anche indirettamente si potrebbe procurare ai figli è importante riconoscere i propri errori.  

Mattia: pensando allo scritto di Ivano "Il gatto" mi viene in mente, collegando i due discorsi, che a seconda delle condizioni in cui ci si trova e delle risorse a disposizione, sta alla persona capire come gestirsi per sfruttare al meglio le proprie possibilità. Sono convinto del fatto che se si ha un obiettivo è più facile orientarsi; ma se questo non c'è, è certamente più facile prendere decisioni sbagliate.

Alessandro: pensando al rapporto tra genitori e figli trovo di grande importanza che i genitori non si limitino a proibire quello che ritengono inopportuno, ma che ci facciano ragionare sul motivo del divieto. Quando un genitore impone qualcosa d'autorità, il rischio che si corre è che il figlio faccia esattamente il contrario.

Passando allo scritto di Livia, "La torta imperfetta", io e Ivano abbiamo chiesto ai ragazzi quale fosse, secondo loro, il motivo per cui lo abbiamo letto e che cosa volevamo comunicare.

Mattia: forse lo avete letto per fare capire che nei momenti di difficoltà è utile poter contare sugli altri, e la torta da condividere sta a significare la presenza di un forte spirito di gruppo tra voi. Ma non capisco perché già che l'aveva fatta, anche se non le sembrava eccezionale come sperava, non l'abbia portata.

Ivano e Margherita: questa perplessità è proprio il punto cruciale della questione. Livia non ha portato quella torta al gruppo perché non era come lei la desiderava, non le sembrava abbastanza buona, non le sembrava abbastanza bella; ma non portandola non ci ha guadagnato niente, né i complimenti se fosse stata buona, né una critica costruttiva da sfruttare per migliorarsi nel caso fosse stata meno buona. Le persone che vogliono fare le cose perfette, sia che siano molto giovani, sia che siano adulte, mentre attendono di raggiungere la perfezione rimangono ferme e non si concedono di conquistare nulla.

Poi abbiamo parlato più in dettaglio del rapporto tra padri e figli sfruttando gli spunti forniti dallo scritto di Marcello, "La sapienza delle rane".

Luca: questo scritto evidenzia la delicatezza e l'importanza del dialogo tra adulti e ragazzi e segnala che, in assenza di una comunicazione viva tra genitori e figli, le conseguenze possono rivelarsi irreparabili per il nostro sviluppo e per le nostre relazioni.

Mattia: questo scritto mi fa venire in mente che una funzione del padre è sì quella di insegnare le cose che conosce al proprio figlio, ma allo stesso tempo anche quella rispettare i suoi interessi ed inclinazioni, appoggiandolo per permettergli di comprenderli meglio ed aiutandolo nel coltivarli. Comunque sento questo scritto come una denuncia verso il padre, per la mancanza di una figura portante.

 

Secondo minigruppo

Studenti: Elisa, Matteo, Riccardo

Abbiamo parlato de "Il pompiere" di Maurizio Albergoni. I ragazzi erano molto incuriositi da quali fossero le intenzioni comunicative di Maurizio, e concentrati sul significato da dare allo scritto oltre che e sul messaggio da leggere tra le righe.  

Ivano ne ha dato una sua lettura richiamando l'esperienza della tossicodipendenza in modo da affiancare il fuoco alla droga e le scintille ancora pericolose alle possibili debolezze che un passato di tossicodipendenza può lasciare vive nell'individuo. Capita spesso che quando pensi di essere salvo, il fuoco ricominci a bruciare, magari per una lieve folata di vento.