AGORA'

 

Livia Nascimben

Questa settimana i tempi e gli spazi delle mie giornate sono stati riempiti da ciò che stiamo costruendo insieme e dalle emozioni che mi sta dando questa avventura. A distanza di 5 mesi, dal 7 novembre, mi trovo a scrivere a più di venti persone e provo la forte sensazione di sentirmi parte di un gruppo, nonostante, in fin dei conti, le persone che non conosco superino alla grande quelle che ho incontrato di persona.

...Ah, in realtà ho iniziato a scrivere per porvi un mio dubbio, una mia curiosità..

Pensavo al concetto dell'onnipotenza e cercavo di mettere insieme pezzetti di pensieri che mi vagano disordinatamente nella testa..

In una certa fase della nostra vita, da bambini, l'onnipotenza è funzionale alla crescita, e anche da adulti, in certe situazioni, è indispensabile che ci sia per permetterci di affrontare certe situazioni; però per alcuni individui si trasforma in uno strumento pericoloso perché non permette di agire in modo trasformativo sulla realtà, privando sé e gli altri dello spazio per evolvere; e a volte la società sembra persino avallare il comportamento di queste persone.

A grandi linee questo è ciò che mi sembra di aver capito.
Ma mi manca qualcosa.. La domanda!
Ho una gran confusione in mente. Qual è il senso di tutto il discorso sull'onnipotenza? Come si intrecciano l'individuo e la società? E l'onnipotenza "buona" con quella "cattiva"?

Vi lascio, magari l'incontro a San Vittore mi aiuterà a far saltare fuori questa benedetta domanda!

Ciao ..e buon divertimento!

dalla Tavola Rotonda