Luci e Ombre

Forum

 

14/04/2002

Francesca Pavesi

Ragazzi, sono molto titubante, spero di non fare la parte della nonna, ma sento che vi devo dire una cosa … devo leggervi l'immagine che mi passa per la mente, non riesco a non scrivere….
Fermi, fermi tutti!…. Non partite per la tangente.. dopo la tempesta di emozioni.. ricordiamoci di pensare anche al principio di realtà (che brutta parte mi tocca fare, mi metto a porre i limti, quelli di cui ci ha parlato Funari, del codice paterno mentre re Artu' ci fa le smorfie maramee…)

Quello che ho imparato finora, quello che credo d'aver capito, e' che esite, deve necessariamente esistere il Limite, il padre, la responsabilita', la cultura …. Le belle cose si fanno in due, forse questo e' ciò che Funari ha chiamato "colleganza" o che Fornari chiamava linguaggio dei codici affettivi:
ci insegnano che un bimbo per crescere ha bisogno di entrambe le cose:

Forse questo serve da piccoli …ma magari anche ai bambini grandi, a quelli che ancora non sanno porre la domanda, a quelli che vivono le loro fantasie dentro una "domanda confusa" e allora agiscono, anche a loro il LIMITE fa bene. Adesso e subito, per la soddisfazione immediata, ma anche tutte le altre cose che sappiamo da Aparo: il gioco, la costruzione, i ponti, la trasformazione del senso d'onnipotenza in gioco collettivo, l'acquisizione delle regole, le regole del gioco, ma anche della vita comune.

Hanno bisogno di un aiuto, forse di un aiuto che tenti anche di vedere le cose dal punto di vista del limite, il no, lo spazio da ricostruire, lo spazio del reinserimento…ma con la realtà e la storia. Bisogna riabilitare, reintegrare; occorrono il contenimento e la cura, l'attenzione agli affetti, ma parlando i due codici, altrimenti alimentiamo l'onnipotenza!

… è tutto vero, noi, loro, gli altri: le persone, le immagini, il ferro, i muri e gli agenti di custodia tutti blu… sono colpita, siamo stati colpiti, ..una tempesta emotiva e tante immagini visive che ritornano..tante persone che si guardavano negli occhi sentendo molto di più di quel che si diceva..

Però per aiutare, forse dobbiamo … sto indugiando sui termini, su come esprimere l'idea, con grande incertezza. … forse bisogna pensare alla rieducazione e non solo al contenimento, mettere dentro alcune cose, …magari che sanno anche di limite, capire le differenze, non negarle e su queste differenze lavorare, usando sicuramente il sentire, il pensare, il cuore.. ma facendo anche i domatori. Un po' come ha fatto Aparo sabato alla fine, quando si è arrabbiato. Un colpo di frusta per difendere Lisetta, quello assomiglia a un limite.. anche se brutale…ma è necessario.

Il "no" prima o poi, si deve mettere dentro, ce lo dobbiamo mangiare anche riconoscendo che alcuni non hanno avuto né il no né il contenimento. La nostra sofferenza, la nostra esperienza vanno elaborate, ciò che ne sapremo ricavare ci servirà ad aiutare, magari.

E' duro, sicuramente come per i bambini. A volte, Anita e Alessandro hanno pianto e mi si spezzava il cuore, a volte anche per il rimorso e per i sensi di colpa…
questo problema ha due facce, la luce e l'ombra.

Il contenimento, la nostalgia da soli non bastano… bisogna fermare l'onnipotenza negativa, quella cieca, dare il limite, vedere le cose, vedere l'ombra e magari accettarla come parte dell'essere umano.
Non so come si fa… questo me lo devono ancora insegnare, questo lo dobbiamo cercare nel nostro percorso, magari.

E, strada facendo… fermiamoci a riflettere ogni tanto; ci mancano ancora dei pezzi; dobbiamo cercarli insieme!