Luci e Ombre

Forum

 

14/04/2002

Ileana Rosso



Buona Sera, sono la mamma di Alice.
Ieri ero con voi a San Vittore al Mini Convegno.
Grazie per avermi fatto conoscere un mondo che non conoscevo.
Appena arrivata, devo dire che ho provato un senso di angoscia, pesanti portoni di ferro che si chiudevano alle mie spalle, controlli, sbarre di ferro, scale strette........ ma poi appena sono arrivata nel luogo scelto per l'incontro, mi sono trovata completamente a mio agio. Gli inquilini di "quel luogo", che io avevo visto solo dalla strada, pensando, come tutti, che fosse un posto da guardare e da dimenticare, erano persone come me, come mio marito, come tutti noi.

Quando poi è iniziato il dibattito, devo dire che sono rimasta magnificamente sorpresa dalla preparazione di alcuni di loro, i quali faceveno domande chiare, intelligenti e dirette e, naturalmente, pretendevano risposte intelligenti e dirette.
Io non ricordo i nomi di questi signori, ma alcuni di loro, in particolare, sapevano muoversi nel dibattito in un modo veramente straordinario, intevenendo in modo giusto e corretto, nel momento giusto e corretto.

Non immaginavo che le istituzioni e gli operatori che vi lavorano facessero tanto; vi ringrazio per aver portato tra i detenuti il mondo esterno, a loro precluso per molti anni. Ho visto in carcere un gruppo di lavoro veramente strepitoso; tra questi uomini si è creato in interesse che sicuramente può alleviare il degrado fisico e psichico causato dal carcere.

Uno di questi "detenuti" ( non mi piace il termine....) quel signore con i capelli rasati, che come diceva Lei, voleva sempre avere l'ultima parola, ha detto frase molto significativa: "loro sono i prodotti di questa società".

E' vero loro sono i prodotti di questa societa. Una società consumistica che chiede sempre di più al singolo individuo: un lavoro sempre più remunerativo, la macchina sempre più bella, il cellulare sempre più costoso, la casa sempre più grande.

E noi cosa facciamo???? Cerchiamo di guadagnare sempre più soldi, per poterci permettere quello che la società in cui viviamo ci impone, perdendo completamente il rispetto per l'individuo e per noi stessi.

Secondo me, nella nostra quotidianità avvengono spesso "atti criminali", ma che nessuno considera tali:
il nostro collega di lavoro, che vende come sua, una idea nostra, solo per fare bella figura davanti al direttore o l'altro che mette in dubbio le nostra capacità con il diretto superiore, questo non è come Giuda che vende Gesù per 30 denari????

Oppure il marito 50enne che lascia moglie e figli perchè si accorge di diventare vecchio e spera di ritrovare la gioventù che se ne è andata, accompagnandosi ad una ragazzina? Questo non è una violenza?????

Tutti questi "atti criminali" non sono punibili, eppure accadono quotidianamente tra noi uomini e donne della società "civile".
Quindi è vero che i detenuti sono di "prodotti di questa societa", perchè forse, e dico forse, hanno voluto quello che non potevano avere, ma che la società gli imponeva, e l'hanno cercato e voluto a tutti i costi, arrivando a commettere dei crimini gravissimi pur di ottenerli.

Per quanto riguarda il raptus: chi di noi almeno una volta nella sua vita non ha avuto un "raptus" nei confronti di qualcuno? Anche io, in un certo senso, l'ho avuto. La nostra educazione e la nostra cultura ci hanno però pernesso di fermarci a ragionare prima di compiere un qualsiasi atto criminale, ma quei poveri sfortunati che non hanno avuto tutto ciò, come poteveno fermarsi in tempo?????

Con tutto questo questo non voglio dire che gli atti criminali non vadano puniti, certamente vanno puniti, ma queste persone non possono essere abbandonate a loro stesse per 10, 20 o 30 anni, non devono essere dimenticati da questa società, che probabilmente ha una quota di responsabilità per il loro gesto. Credo che i detenuti debbano essere ascoltati e NON DIMENTICATI, anche perchè sono convinta che dietro ad ogni atto criminoso, ci sia una storia molto triste, storie che magari iniziano dall'infanzia e che si trascinano fino all'adolescenza, storie di violenza, di mancanza di affetti, di mancanza basi, di mancanza di certezze, che sono fondamentali per lo sviluppo e la crescita serena di un essere umano.
E' molto più facile dimenticare e chiudere un portone dietro alle loro spalle, che mantenerli vivi in un mondo vivo.

Purtroppo tutto questo è affidato alle mani di pochi, volontari o meno, che si dedicano a loro. Quindi grazie a tutti voi, e grazie a tutti coloro che danno ai nostri figli la fiducia necessaria per dedicarsi alla costruzione del mondo che avranno.