Dedicato a Roberto Benigni, Monica Pardo e Emilio di Somma

Angelo Aparo

30-11-2007  

 

Il logo è di Adriano Avanzini

 

Ieri sera, su RAIUNO, Roberto Benigni mi ha investito e sequestrato per due ore. Due ore di vita, di vibrazioni. Un volo, sostenuto da un’aquila che s’impenna, va in picchiata, torna in quota.

Dove trova l’energia? Come ha fatto a non bere un sorso d’acqua per tutto quel tempo? Chi lo disseta mentre, come un Prometeo che porta il fuoco, chiede e a se stesso e agli uomini di esistere e riconoscersi?

Un volo fra le meraviglie della vita e un vulcano amorevole e torrenziale: vivere, amare, sentire, riconoscere in noi stessi e negli altri i protagonisti di un’avventura irripetibile, ricordare che quando non ci sentiamo all'altezza del compito stiamo incontrando la nostra umanità, ascoltare le parole con cui i poeti ci permettono di incontrare le nostre emozioni e nutrircene!

 

Monica, una detenuta del gruppo della trasgressione, per rispondere alla domanda "Che cosa può essere utile in carcere? Cosa fa sì che la nostra identità possa evolversi?”, ha risposto con la sua tenera inflessione spagnola: “L’emozione”.

Lei, Monica Pardo Cases, 22 anni, dice che, ovunque ci si trovi, ciò che ti fa crescere è l’emozione; perché –dice- l’emozione è quella cosa che provi quando vedi volare un’aquila e senti di essere l’aquila, quando vedi qualcosa e te ne senti parte.

 

Foto di Alessio Ferraro - Altre foto dello stesso autore