Lettera da un mondo imperfetto

 

Valdimar Andrade Silva

 

Carissimi fratelli, spesso giudichiamo e condanniamo Dio per questo mondo che é tutt'altro che perfetto: le guerre, la fame, la cattiveria umana, insomma tutto ciò che é male.

Quando Dio ha costruito il mondo l'ha costruito senza armi,
non ha dato il mandato di votare i potenti perchè diventassero dei politici guerrafondai.

Solo noi abbiamo scelto questa strada!

Spesso vediamo sui settimanali patinati o nelle cronache in diretta alla televisione, città rase al suolo, sentiamo il grido di popoli massacrati, troppo lontani, troppo manipolati a seconda del fabbisogno della politica dei grandi.
Crudeltà e urla troppo lontane perchè possano perforare orecchie e anime:
Ruanda, Cecenia, Pakistan, India, Palestina.
Non più terre di cultura e di pace, ma trascinate nella cronaca come sepolcri senza più storia.

Di fronte a questo olocausto ci domandiamo Dio dov'é ?
Perchè permette che queste cose succedano ?

Togliamo questa responsabilità a Dio, accollandoci Noi la scelta di tutto questo, compresi coloro i quali, intorno a tavole imbandite di caviale e champagne, studiano le strategie più urgenti per abbattere questo o quel regime, permettendo solo ai loro pari di raggiungere torri d'avorio.

Io sono quì, in un certo senso nella mia torre d'avorio, anche se lo spazio angusto, condiviso con altri compagni, è di "quattro per due".
Ho i gomiti appoggiati sulle ginocchia e guardo la televisione,
guardo i bambini che giocano… infilandosi tra i fucili,
guardo chi si nasconde sotto una scatola di cartone,
guardo chi scappa nudo sorridendo sotto la pioggia,
Io ero uno di loro!
Guardo le future vittime non della guerra… ma di chi la decide!
L' immagine cambia, alla televisione è facile;
ora riprendono uomini e donne pacifici, ma nei loro occhi noto la paura,
la paura di non trovare più domani quello di cui a stento godono oggi.
E' una paura precoce ma ancora inesperta: non ha ancora provato il peggio.

Io sto scontando e riflettendo
Io spero in un mondo migliore