Progettare un'evasione

Martina Carraro

22-01-2004



"Un uomo solo che guarda il muro è un uomo solo,
ma due uomini che guardano il muro è il principio di un'evasione."
Jack Folla (Diego Cugia)

Sono entrata una sola volta in carcere. Ricordo che prima di entrare, durante i lunghi momenti di preparazione vissuti con gli scout, avevo delle idee precise su quello che avrei visto, vissuto una volta entrata. Queste idee costituivano uno spesso muro nella mia mente; sono sicura che, se qualcun altro avesse cercato di spiegarmi che la realtà del carcere non era necessariamente quella che avevo in mente, non gli avrei creduto, ero prigioniera del muro dei pregiudizi.

Non sono solamente i muri materiali che separano e ostacolano. Questi possono facilmente essere scavalcati. Sono invece i muri mentali che costituiscono la nostra più grande prigione. Difficile è liberarsi dal pregiudizio che ci spinge a categorizzare rigidamente la realtà esterna.

Quest'ultima, una volta incasellata, rimane cristallizzata e perde la sua fertilità, ossia ci toglie ogni possibilità di riflessione e di conseguente crescita. Il pregiudizio, allora, nuoce a noi, escludendoci dalla possibilità di guardare un po' oltre e di diventare più grandi.

Il pregiudizio cade nel momento in cui impariamo a vedere l'altro come individuo autentico, accettanndo la nostra limitatezza e finitezza e aprendoci al confronto.

Molte volte, poichè il pregiudizio è profondamente radicato nella nostra cultura, da soli non siamo in grado di superarlo o di abbatterlo, allora lo possiamo fare con qualcun altro, che coraggiosamente vuole affrontare questa importante sfida con noi.

Due uomini davanti a un muro (quello del pregiudizio) sono il principio di un'evasione.