Un impianto per la trasformazione del letame in biogas

  29-09-2005

Nell'ippodromo romano sorgerà un impianto per produrre bio-metano
La corrente verrà venduta ai gestori, abbattendo anche i costi si smaltimento

 

Energia elettrica dal letame dei cavalli
A Capannelle si punta sull'ambiente

 

In funzione tra un paio di anni potrà alimentare circa duemila case
sfruttando la digestione anaerobica di 43mila metri cubi di sterco

di VALERIO GUALERZI


ROMA - Bisogna stare attenti a non chiamarla energia pulita perché si rischia di fare dell'umorismo involontario. Meglio parlare di energia rinnovabile per raccontare la scommessa che si apprestano a fare a Capannelle. La società che gestisce l'ippodromo romano ha deciso di dare un taglio alle spese sostenute per smaltire i 43 mila metri cubi di letame prodotti ogni anno dagli oltre mille cavalli ospitati nelle sue scuderie facendoli diventare bio-metano da usare come combustibile per una piccola centrale elettrica.


"Fino alla metà degli anni '90 per noi era una fonte di guadagno - spiega il direttore dell'ippodromo Elio Pautasso - ricordo che nel bilancio del '96 alla voce letame c'erano entrate per qualche decina di milioni delle vecchie lire. Era molto ricercato come fertilizzante dai coltivatori di funghi champignon. Poi, un po' alla volta, è stato soppiantato da altri concimi come la pollina, gli escrementi dei polli, e per noi smaltirlo è diventata una spesa sempre più gravosa che pesa sui conti per qualche centinaio di milioni di lire".

Così alle Capannelle, il più grande ippodromo italiano per il galoppo insieme a San Siro, visitato durante le 110 giornate di corsa che si svolgono ogni anno da circa 150 mila spettatori, si sono fatti un po' di calcoli e hanno deciso di trasformare un costo in un beneficio, anche se ci vorranno una decina di anni per ammortizzare l'investimento da quattro milioni di euro.


Affidandosi a una partnership con la società Marcopolo, un'azienda di Cuneo specializzata nella produzione e commercializzazione di energia rinnovabile, a Capannelle hanno scelto di puntare sulla tecnologia che sfrutta la digestione anaerobica. Nella tenuta di 138 ettari che ospita l'ippodromo verranno piazzati cinque silos alti quattro metri e con un diametro di venti. Al loro interno finiranno un po' alla volta i 43 mila metri cubi di letame prodotti nel corso dell'anno dai cavalli. Una quantità di sterco in grado di riempire qualcosa come sette palazzi da quattro piani che dovrà essere diluita con dei liquidi. Una volta sistemato nei silos a tenuta ermetica a questo composto vengono aggiunti dei batteri che nel giro di tre settimane "digeriscono" il liquame trasformandolo in gas metano.


A questo punto il più è fatto: il gas viene filtrato, purificato e convogliato verso una normale centralina di combustione per generare energia, mentre quel poco che rimane allo stato solido viene raccolto e venduto come concime per il giardinaggio. "E anche questa sarà una voce di guadagno aggiuntiva, per quanto limitata", spiega ancora Patuasso.


Cifra che si andrà a sommare a quella incassata con la vendita dell'energia. La corrente prodotta a Capannelle non servirà infatti ad alimentare le utenze dell'ippodromo ma sarà ceduta tramite la Marcopolo all'Enel o all'Acea, i due gestori che operano su Roma, al prezzo maggiorato fissato dalla normativa sui "certificati verdi" per incentivare la produzione di energia rinnovabile. L'impianto, al quale lavoreranno tre persone a tempo pieno, produrrà circa 6.700 kw/h l'anno grazie a un motore da 1065 kilowatt in grado di alimentare le utenze di circa duemila case.


"Cessato il lungo periodo di ammortamento dell'investimento - precisa il direttore - una volta a regime l'impianto dovrebbe portarci qualche decina di migliaia di euro l'anno, ma per noi il vero guadagno sta nel risolvere il costo dello smaltimento, oltre che in quello di immagine". Il contratto con la Marcopolo è stato già definito anche nei dettagli e messo nero su bianco, ma affinché il progetto possa entrare nella fase operativa saranno necessari ancora un paio di anni. Uno per ottenere dagli enti locali tutti i permessi burocratici e un altro per realizzare l'impianto. Il giorno che entrerà in funzione bisognerà ripensare ai versi di Fabrizio De Andrè. Se è vero che "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori", ora dal letame possono nascere anche i diamanti.

Via del campo Altri testi