Appropriazione indebita

Gabriele Conte e Romeo Martel

  21-11-2005
 

Penso all'appropriazione indebita. Sono un praticante in uno studio penale. Ho venticinque anni. Prendo il codice e trovo l'articolo. Numero 646 del Codice Penale. Così recita: "Chiunque, per procurare a sé e ad altri, un ingiusto profitto, si appropria di denaro o di cosa mobile altrui di cui si abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 1032 euro".

Pensa all'appropriazione indebita. E' un ex detenuto, ora lavoratore, massaggiatore, e soprattutto attore. Ha quasi il doppio della mia età. Non gliene importa più. Ha chiuso con questa roba. La lascia ad altri. Me compreso.

Quando sarà, ci approprieremo indebitamente del palco ai danni della "Trasgressione Band". Lo faremo non prima di aver lavorato insieme. Insieme, per uno scopo comune: non fare schifo, portare un pezzo, un dialogo che colpisca, che piaccia, che faccia riflettere.

E' strano che due persone così diverse, dalla faccia all'età passando per il proprio vissuto, costruiscano qualcosa insieme. Eppure eccoci qua, con la nostra amicizia, le nostre idee, il nostro psicologo, la nostra regista (la mia ragazza, Caterina), il nostro gruppo e tra un po' il nostro lavoro LECITO. Si, perché se entrando in scena commetteremo un reato, uscendone non saremo incriminati. Anzi, l'opposto, speriamo.

 

E mentre io tornerò, credo, ad occuparmi da vicino di appropriazione indebita, magari interpretandola “a mio favore”, Romeo la guarderà dall'alto, fiero di averla rivissuta in chiave diversa, ma comunque vera.

Il teatro è il palcoscenico della vita.

Chiedere a Romeo.

Gabriele Conte

 


 

Ancora una volta un termine che richiama esperienze trasgressive mi regala attimi di euforia con relativa carica di adrenalina, così come accadeva in un passato ormai lontano, quando l'adrenalina era data da un reato.

La discussione dopo la pizza riguarda i preparativi per un nostro intervento, mio e di Gabriele, che si inserisce nel bel mezzo dello spettacolo musicale di Aparo con la Band, che si terrà prossimamente a Livigno e a Concorezzo agli inizi dell'anno prossimo.

Voi intervenite tra una canzone e l'altra appropriandovi dello spazio occupato da chi suona. La vostra deve sembrare un'irruzione; vi appropriate del palco per recitare un pezzo dello spettacolo in cui Romeo desidera diventare donna. Cosa occorre perché la gente possa passare dalla iniziale sensazione di avere a che fare con due invasori al piacere di ascoltare quello che voi due cercherete di comunicare?”

 

 

Aparo ci diceva che la nostra dovrebbe essere la rappresentazione di una "appropriazione indebita", termini per me capaci di evocare direttamente alcuni capitoli del mio passato e i percorsi bui che ne sono derivati. Godo mentre immagino quest'altra irruzione, sicuro che le emozioni adrenaliniche  di questa “appropriazione indebita” stavolta avranno altri sviluppi.

Romeo Martel

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