Il punto di non ritorno

Angelo Aparo

2001  


E' difficile valutare quanto l'azione criminosa discenda da una scelta. O meglio, è difficile valutare quanto la gamma delle scelte possibili - fra le quali è stata selezionata la scelta criminosa - sia, a sua volta, l'esito di una scelta.

Ogni decisione è l'espressione di una scelta che è stata selezionata all'interno di una gamma limitata di soluzioni possibili, una gamma che si riduce o si amplia, via via che il soggetto si lascia alle spalle i bivi che ha incontrato nella vita.

Luigi Chiatti è stato capace di guidare se stesso nel volere la morte delle sue vittime? Quali criteri utilizziamo per comprendere l'accaduto? Qual è la prima reazione che abbiamo di fronte ad un fatto del genere?
La legge prevede che un soggetto giudicato incapace di intendere e di volere non può essere condannato, dunque non potrà andare in carcere, ma in un luogo dove curarsi.

Bisogna riflettere su come il giudizio e la pena vengono definiti non solo sulla base di dati tecnici, ma anche in base alle reazioni emotive e alle attese del cittadino. Quanto più è grave, doloroso, traumatizzante un reato per la società, tanto maggiore sarà la spinta del corpo sociale a rispondere in maniera forte, intensa, esemplare.
DI fronte a un grave reato, la reazione non è quella di rimanere ad occhi incantati di fronte all'ignoto, come si fa per le cose belle. Se avviene qualcosa di brutto, se la cosa è incomprensibile, il cittadino comune è indotto ad allontanarla da sé quanto più possibile.


Il reato che è al confine della scelta, è anche ai confini della comprensibilità. Se la cosa è incomprensibile, destabilizzante, se turba gli animi, non solo il cittadino, ma anche l'istituzione ha bisogno di reagire inscrivendo questa cosa in uno schema che permetta di affrontarla, possibilmente senza offendere i sentimenti del cittadino comune. E la reazione più comune del cittadino è che quanto più il reato e il dolore che ne consegue sono gravi, tanto maggiore sarà la sensazione di minaccia e di insicurezza personale, la voglia di sentirsi protetti, la voglia di escludere permanentemente il portatore della minaccia.

Ma questa esclusione si può materializzare in maniera drastica solo attraverso una distorsione del senso del reato, solo attraverso un ergastolo, che è possibile comminare solo a patto di giudicare chi ha commesso il reato capace di intendere il senso della sua azione.

I genitori di Lorenzo Paolucci sono andati in giro per l`Italia per cercare psichiatri ed avvocati che li difendessero dalla eventualità che Luigi Chiatti venisse giudicato incapace di intendere e volere.
Ma dopo qualche tentennamento processuale, Luigi Chiatti ha avuto l`ergastolo perché è stato giudicato in grado di intendere il senso delle sue azioni.

Ma chi violenta e uccide un bambino gratuitamente, un pedofilo che produce dolore in nome di nessun vantaggio, può essere considerato capace di intendere e volere? D'altra parte, se non lo si ritiene tale non si può condannare la persona! Questo è il primo paradosso! Bisogna quindi giudicare per forza capace di intendere e volere anche chi abbia commesso le più insane e incomprensibili atrocità, per poterlo portare in carcere.

Qual è il confine utile a dirimere ciò che viene praticato in clima di responsabilità da ciò che si produce in altre condizioni? Partiamo da ciò che è evidentemente ombroso, incomprensibile, difficile, per elaborare strumenti grazie ai quali dubitare anche delle cose apparentemente facili. E allora addentriamoci nei territori in ombra! Indaghiamo fra queste cose che non si capiscono, ma che - per non disorientare il cittadino e la legge - devono essere definite comprensibili, cioè devono essere forzatamente inscritte in un'area in cui si assume che il soggetto possa valutare e scegliere.


Rembrandt, Filosofo in meditazione, 1632, Parigi - Musée du Louvre (1)


In realtà ogni comportamento costituisce una domanda
. Se ammettiamo l`inconscio, ammettiamo la domanda implicita in ogni comportamento compreso il reato.
Ma se ammettiamo una continuità tra la domanda interna al crimine efferato e la domanda veicolata dal piccolo reato, cominceremo a veder traballare alcune importanti categorie: le categorie della responsabilità e della scelta pienamente consapevole.

Ma allora, se si può sempre ipotizzare una parziale incapacità di intendere, dobbiamo parlare di responsabilità parziale anche per chi ruba uno stereo? Ma così, non si apre il rischio di arrivare a dire che nessuno è responsabile di quello che fa, nonostante viviamo in una società che prevede e che si regge sulla responsabilità dell'individuo?

La domanda se un soggetto sia capace o incapace di intendere e volere è sbagliata perché basata su una premessa sbagliata! E` sbagliato ipotizzare che ci possa essere una completa capacità di intendere o una completa incapacità di intendere, perché noi ci muoviamo all'interno della realtà umana, contrassegnata dal fatto che l'essere umano ha sempre dei margini di scelta e, allo stesso tempo, non possiede mai completamente la sua scelta!

Il problema è che la legge assolve per il cittadino una importantissima funzione: quella di orientare; una funzione che passa in secondo piano nell'aula del tribunale, quando la questione si concentra attorno alla misurazione della capacità di intendere.


Cosa sceglie chi uccide un bimbo senza alcun tornaconto, dopo essere entrato in un tunnel di immagini legate l'una all'altra in modo da portare ad uccidere, anche se inizialmente non era quello lo scopo. Luigi Chiatti non ha premeditato l'omicidio, che è invece arrivato dopo una serie di eventi che lo hanno portato fino al punto di non ritorno, dove si azzerano i margini di scelta.

Accade che nello stesso momento si sceglie e non si sceglie!
Sul piano della realtà vengono prodotte ogni giorno micro-trasformazioni che portano a delle piattaforme a partire dalle quali rimangono possibili solo una gamma limitata di ulteriori scelte. Le possibilità che seguono queste trasformazioni sono contrassegnate dai limiti che sul piano di realtà queste trasformazioni hanno determinato o, eventualmente, dall'allargamento di possibilità che queste trasformazioni hanno generato.

E' meglio bigiare a scuola o fare il compito in classe e prendere un brutto voto? Dipende! Ma entrambe le soluzioni aprono delle possibilità e ne chiudono delle altre.
E' indispensabile che la legge reagisca al reato, ma a noi tutti spetta di interrogarci sulle ombre, le lacune, le bucce di banana su cui possiamo scivolare..!


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  1. Si ringrazia il sito "Filosofia in Italia" per la ricchezza del materiale cui consente di avere accesso.
    Per notizie su Rembrandt, si possono consultare anche Biografie e La luce del vero