Strumenti che allargano gli orizzonti

Ivano Longo

02-03-2003  

Durante l’ultimo incontro avvenuto sabato, dopo che Giovanni aveva letto della sua difficoltà ad esprimere i sentimenti, dopo aver sentito Enzo descrivere cosa gli ricordava il quadro del Giorgione e quello che sullo stesso quadro aveva scritto la mamma di Silvia, ho pensato che, oltre agli scritti sulle canzoni di De André, potremmo farne alcuni partendo da quadri che ci colpiscono.

Mi sono ricordato che il dottor Aparo, tempo fa, ci parlò di un suo amico che conosce molto bene la storia di molti quadri, e allora mi è venuta quest’idea: perché non usiamo l’arte della pittura per dare voce ai nostri sentimenti?

Penso che potremmo scegliere quadri di autori più o meno famosi, ed ascoltare quello che ci dicono, o meglio, quello che ci trasmettono. Poi potremo coinvolgere un esperto di storia dell'arte ai nostri incontri e commentare con lui, sia i nostri scritti che i dipinti che sceglieremo.

Dopo di che, potremo fare un convegno con le riproduzioni di quelli che saranno i quadri che avremo scelto; i quadri, affiancati ai nostri scritti, ci daranno la possibilità di condividere con quella parte della società che avremo invitato per l’occasione, i sentimenti che ci hanno provocato, creando così ancora una volta una situazione d’aggregazione, oltre che di condivisione. Mi piacerebbe coinvolgere in questa cosa anche gli studenti della scuola di Carate Brianza.

Il giorno del convegno si potrebbe fare una specie di galleria d’arte, una mostra, dove le riproduzioni degli artisti verrebbero appese ai muri del reparto penale con al loro fianco un nostro scritto.

Con questo non voglio certo mettere sullo stesso piano i quadri degli artisti con i nostri scritti, ma solo usare gli strumenti che abbiamo a disposizione per crescere e fare cultura.