Lo specchio di Sisifo

Carmelo Impusino

24-05-2010  

Sisifo si trovò di fronte a Hermes, venuto per imprigionarlo

Sisifo: lo sapevo che avrebbero mandato te a catturarmi; sei pagato apposta. Tu sei l'esecutore perfetto per gli dei. Non fai domande, non cerchi risposte, non hai coscienza né sentimenti, né tanto meno compassione; hai solo il senso del dovere.

Hermes: hai detto bene, sei tu lo sciocco che vive in questa atmosfera indefinita. lo ho preso la mia decisione molto tempo fa. A tutto ho dato un punto fermo; un punto che non mi consente nemmeno di stare a discutere con te. lo devo e voglio solo agire; perciò seguimi e in fretta, non ho tempo da perdere, la mia famiglia mi aspetta per cena.
 

Sisifo, vista l'insensibilità di Hermes si zittì e lo seguì senza replicare. Una volta condotto nel tartaro, fu rinchiuso in una cella dove non c'era nient'altro che un grosso specchio appeso alla parete. Ovunque Sisifo si spostasse nella piccola cella, non poteva sottrarsi alla sua immagine riflessa. Era come se lo avessero condannato a guardare per forza la sua immagine… e se avesse voluto parlare con qualcuno, lo avrebbe potuto fare solo con lei.

Dopo mesi e mesi passati da solo in quella piccola cella, stanco di quell'immagine silenziosa di se stesso, stanco di tentare inutilmente di evitarne lo sguardo, Sisifo decise di guardarla negli occhi. Fu allora che, improvvisamente, l'immagine si animò e cominciò a parlargli come se sapesse di Sisifo più cose che non lui stesso.

 

Immagine: Sisifo, avresti dovuto vivere sì con delle ambizioni, ma senza tralasciare il buon senso, senza dimenticare i limiti e le conseguenze che le tue scelte avrebbero prodotto. Avresti dovuto accettare di vivere nella normalità di comune mortale; invece hai voluto essere presuntuoso, hai voluto sfidare gli dei.

Sisifo: secondo te avrei dovuto rinunciare alle mie ambizioni, senza illudermi e osare, solo per il piacere e la dubbia certezza di invecchiare da uomo libero? Ma con quali e quante frustrazioni e delusioni? Sai, vedevo tutti i giorni uomini condannati a vivere in modo patetico, e sinceramente l'idea di vivere come loro non mi piace.

Immagine: avresti solo dovuto accettare di coltivare le tue ambizioni in modo diverso, con sacrificio e speranza. Sicuramente sarebbe stato più faticoso, ma anche più fattibile. Invece hai voluto illuderti che la via più diretta e veloce fosse anche la più concreta. Ti sei lasciato abbagliare dal luccichio di una ristrettissima minoranza che è riuscita a eludere e beffare l'olimpo, ma non hai voluto guardare e considerare la realtà della stragrande maggioranza di tutti coloro che sono precipitati nel buio del fallimento.

Sisifo: sì è vero, ho scelto deliberatamente di ignorare ciò che sembrava scomodo, soprattutto ciò che non sembrava promettere altro che un futuro di sacrifici e miseria.

Immagine: Sisifo, io ti conosco bene. Sono la tua coscienza. Nulla puoi nascondermi. Se non riconoscessi in te delle valide qualità, non sarei nemmeno qui a parlare con te; d'altra parte, tu stesso, se non avessi nessuna fiducia in te nelle tue capacità, non avresti nemmeno il coraggio o la forza di farmi esistere e dialogare con me. Sisifo, è arrivato il momento che tu mi prenda in seria considerazione e che tu mi dia fiducia. Potrei stare qui a riempirti di sermoni, ma non lo farò, poiché so già che tu conosci già quello che potrei aggiungere. Ora hai sentito la mia voce, quando deciderai di ascoltarla, mi troverai sempre lì in te; dove sono sempre stata... tra il cuore e la mente.

 

Zeus, nascosto dietro lo specchio, guardava e ascoltava tutto. Potè così riconoscere che in Sisifo c'erano delle qualità per le quali valeva la pena rischiare di dargli un'altra occasione di riscatto, se non altro per fargli accettare la sua indiscutibile supremazia… cosi come la sua propria esistenza all'ombra dell'olimpo. Volle dargli dunque un'altra possibilità per mettere insieme illusioni, frustrazioni, soddisfazioni, speranze e limiti tra assurdo e realtà. E, considerato che Sisifo aveva ancora una coscienza con la quale confidarsi e scegliere, Zeus pensò che sarebbe stato Sisifo stesso, consigliato dalla sua coscienza, a decidere la natura della propria punizione e la sua durata.

Fu così che Sisifo e la sua coscienza si ritrovarono non più a spingere inutilmente un masso per l'eternità, bensì a cercare e scavare per sempre sorgenti e pozzi d'acqua a beneficio del genere umano, continuando però anche a vivere con la moglie e le loro speranze.