La cosca

Santo Galeano

  28-04-2010

Passeggiando nel bosco del mio pensiero, un giorno come tanti altri vidi riflessa in uno specchio di lago una storia: il mito di Sisifo. E ora riscrivo questa storia dell’antica Grecia a modo mio.

Sisifo era un pensatore e uno stratega, membro di una cosca che dominava la città di Corinto. Purtroppo Corinto aveva un grosso problema, la siccità. Un giorno Sisifo, mentre pensava a una soluzione per la sua città, intravide Zeus (il capo dei capi) che aveva rapito Egìna, una picciotta figlia di Asopo, (il re dei fiumi).

Riflettendo su quanto aveva appena visto, Sisifo considerò che quell’informazione gli sarebbe potuta tornare utile. E così fu. Di lì a poco un uomo travestito da vecchio gli si avvicinò, e Sisifo riconobbe in lui Asopo.

Sisifo: Buongiono

Asopo: Buongiorno, ha mica visto per caso una picciotta da queste parti?

Sisifo: mah, ora che ci penso, può essere… ma ditemi vossia, voi siete per caso Asopo il capo del dipartimento fluviale?

Asopo: Mischinu, mi avete riconosciuto… ma veniamo a noi… sto cercando mia figlia, l'avete vista voi, per caso?

Sisifo: Sa… si tratta di cose molto delicate, si tratta di cose di famiglia, ma se vossia mi fate una cortesia… una mano lava l’altra… insomma se non ci si aiuta tra noi, vero…?

Asopo: E ditemi! Se posso, perché no?

Sisifo: Sapete, mi servirebbe una sorgente per Corinto…

Asopo: Si può fare…

Sisifo: Sì, l’ho vista con Zeus.

Asopo: Ah fitusu, me lo aspettavo da quello.

 

Zeus venne a sapere del tradimento di Sisifo e decise di dargli una punizione esemplare per non perdere credibilità di fronte agli altri dei. Così chiamò suo fratello Ade, capo del distretto mandamentale degli inferi:

Zeus: Buongiorno fratello mio.

Ade: Baciamo le mani, mi sembrate nervoso, qualcosa non va?

Zeus: Nenti, un picciotto ha deciso di correre troppo e bisogna fermarlo.

Ade: Come vossia desidera.

 

E così Ade ordinò a un killer di portare Sisifo nel regno dei morti. Mandò a Corinto il capo dei killer, Tanato, la morte. Ma Sisifo riconobbe subito Tanato.

Sisifo: Come va compare Tanato, che ci fa vossia da queste parti?

Tanato: Nenti, passavo da qui.

Sisifo: Posso offrirvi da bere?

Tanato: Con piacere, compare Sisifo.

Sisifo: Salute.

 

Dopo un po’ di bicchieri, Tanato si ubriacò e si addormentò e Sisifo allora lo incatenò. Ma Ares, che era l’organizzatore delle guerre, non riuscendo più a trovare il più potente killer della sua famiglia, si arrabbiò e scoperto il luogo dove Sisifo lo teneva prigioniero, lo liberò:

Ares: Ah, finalmente ti ho trovato, ma chi ti ha ridotto in questo stato?

Tanato: Quel fitusu di Sisifu, si è preso gioco di me e mi ha incatenato.

Ares: Ah, è andata così? Buono a sapersi… comunque, ora puoi completare il tuo lavoro.

 

Nel frattempo Sisifo, accortosi che Tanato era stato liberato, pensò a come fottere di nuovo gli dei e, sapendo che la famiglia non avrebbe potuto accettare che lui stesse agli Inferi senza il previsto rito della sepoltura, ordinò alla moglie di non seppellire le sue spoglie.

Sisifo: Baciamo le mani, don Ade

Ade: Eppure eri un bravo luogotenente, perché hai tradito la nostra fiducia?

Sisifo: Mah, sapete don Ade, fu solamente una questione di affari.

Ade: Beh, oramai la cosa non ha più importanza… oramai è stato deciso che tu qui devi rimanere.

Sisifo: Ma scusatemi, don Ade, si vossia mi concedete, io potrei anche stare qua con voi, ma purtroppo mia moglie non ne vuol sapere, non si vuole separare da me. VOi sapete come sono le donne… glielo dica lei signora Persefone a suo marito… Se voi permettete, andrei sopra a sistemare le cose… solo tre giorni, il tempo di mettere le cose come si deve e poi torno.

Persefone: Ma sì, marito mio, mi sembra sincero, diamogli questi tre giorni.

Ade: E così sia.

 

Ma Sisifo non mantenne il patto. Quando Ade capì di essere stato raggirato mandò Ermes, il messaggero degli dei a recuperare Sisifo. Nel frattempo Zeus, messo al corrente di tutte le furberie di Sisifo, decise di intervenire di persona e stavolta in maniera esemplare.

Zeus: Sisifo, ma chi minchia mi combinasti

Sisifo: Mi perdunassi vossia, deve sapiri…

Zeus: Basta, io so solo che per colpa tua da oggi in poi ogni picciotto della tua famiglia porterà un masso sulle spalle. Quello che tu non hai voluto accettare, da qui in poi dovrete portarlo sulle spalle, non solo tu, ma anche i tuoi figli e i tuoi nipoti.

 

Sisifo e Michael, di Moachine Saoud























 

Non so quando ho cominciato a portare un fardello sulle spalle. So che a poco a poco, il mio masso sulle spalle, ho agito in modo da meritarmelo… ma so anche che adesso lo stesso masso lo sto facendo portare a mia figlia. E facendo i conti con me stesso, mi arrabbio e mi viene ansia perché devo cercare con tutte le mie forze di toglierle questo macigno, invece di farla soffrire come Sisifo.

È bello pensare di poter camminare e giocare mano nella mano con lei per cambiare così la mia e la sua storia.

 

Note

Ringrazio Giuseppe Liuni per il confronto. Santo Galeano

L'elaborazione del Narciso di Caravaggio e del Sisifo di Franz von Stuck è di Adriano Avanzini