|  | Monologo del padre | 
| Rossella Dolce | 24-05-2004 | 
Ho osservato a lungo il quadro, ho riletto la parabola del figliol prodigo e ho provato a immaginare cosa avrebbe potuto pensare il padre di questo quadro durante la lontananza del figlio.
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Io sono qui e ti aspetto.
  Ma tu perché dovresti tornare?
Ricordo quello che siamo stati 
  e so che non ho fatto quello che avrei voluto.
  Ricordo i motivi dei nostri scontri 
  e so che ora non contano più. 
  Una cosa invece, è da sempre importante
  la nostra lontananza.
  La sento!
Chi pensa che tornerai per la fame o per le vesti si sbaglia, 
  sei scappato lontano da me 
  prima ancora di andare a cercare i tuoi sogni.
  Ho capito troppo tardi di averti perso, 
  tu ti sarai trovato?
Chissà se incontrerò ancora il tuo sguardo,
  di sicuro avrei braccia nuove per stringerti ancora, 
  e ricominciare ad essere tuo padre.
Ti nutrirei e ti vestirei e ti festeggerei.
  In questo modo, e solo allora, 
  le mie ricchezze, che già sono tue, 
  troverebbero ragione di essere.
Ma perché tu dovresti tornare?
  Per perdonarmi? Per avere il mio perdono?
  Perché io ti aspetto e ti aspetterò ogni giorno della mia vita.