Vladimir e Gogo

Luca Raineri

06-11-2004  

 

 

Sai, Vladimir... è da tanto che ci penso: penso che sia giusto che io torni.

Come, Gogo? Dove vorresti tornare?

A casa, amico mio, da mio padre, da mio fratello; è tanto che ti dico che mi mancano. Quasi quasi pianto qua tutto e torno a casa.

Oh Gesù, cosa odono le mie orecchie! Dici davvero: Hai deciso di tornare?

No, no! Non ancora deciso. Però ci sto pensando su da un bel po'... seriamente... in fondo che male ci sarebbe?

Caspita, mi sembri scemo. Che cosa vuol dire "che male ci sarebbe"? Vuoi che ti faccia l'elenco di tutte le controindicazioni?

Ecco sì, dai! Magari mi aiuti a vederci più chiaro. In fondo fino ad oggi mi sono sempre fidato di te per ogni mia scelta.

Molto bene, se è questo che vuoi... Supponiamo che domani mattina tu ti ripresenti a casa: che cosa gli dici? Che contegno pensi di tenere?

Mmm... non lo so. Sarei felice di riabbracciarli, penso che sarei allegro.

Saresti un ipocrita, ecco cosa! Te ne vai per anni, non fai più avere tue notizie, non ti caghi nessuno fuorché te stesso e i tuoi porci comodi, scialacqui le risorse di tuo padre e infanghi il nome della tua famiglia ai 4 angoli della terra. Poi un giorno ti svegli inverso, vai lì e ti ripresenti, e baci e abbracci alla "Maria de Filippi" come se niente fosse? Lasciatelo dire, Gogo: non è proprio il caso. Fossi io tuo padre, ti piglierei a pesci in faccia, altro che...

Certo, per fortuna che tu non sei mio padre. Se tu fossi mio padre, non mi avresti certo dato tutti i soldi che mi ha dato lui!

Ah, puoi scommetterci: neanche un centesimo a uno scapestrato come te!
(ridono entrambi)

E allora cosa credi che dovrei fare Vladimir? Forse potrei mostrarmi un po' meno allegro, più contrito. Potrei far vedere loro che in fondo mi dispiace.

Sei infimo, sei sempre stato ipocrita, bravo a far le sceneggiate! Vuoi prendere per il culo tuo padre ancora una volta?

No. Vladimir, sei tu che non capisci. A me dispiace veramente. Veramente! Sarei solo autentico a far vedere quanto sono commosso!

Tsk... e cosa vuoi fare, metterti a piangere?

Non è che voglio, ma se succederà non lo nasconderò. Sì, forse sì Vladimir: piangerò.

Ma... ma Gogo...?! Gogo!!... puah, mi fai schifo! Perché sei diventato così vile e piagnucoloso, Gogo? Torna in te, riprenditi! Sei diventato una donnetta.

Vladimir, stai esagerando!

Sei tu, Gogo, che hai perso il senno! Come puoi farmi questo: siamo stati amici per tanti anni, ci siamo divertiti come dei pazzi, non ci siamo fermati un secondo, abbiamo giurato di non arrenderci a questo porco mondo conformista, non una regola che sia una ha potuto fermarci. E io cosa scopro: che ho fatto tutto questo con uno che adesso vuol tornare a frignare tra le braccia del suo paparino!

No Vladimir, ti sbagli. Quello che ora desidera fortemente di riabbracciare suo padre non era affatto lo stesso che ha cavalcato con te il mondo in questi anni: mi sa che sono cambiato.

Mi sa che sei un venduto! Gogo: se lo fai non ti rivolgerò mai più la parola!

Ma Vladimir... dico, ti sembra davvero così inaccettabile che un figlio desideri rivedere suo padre?

Alla tua età, Gogo, sì. Te ne sei andato, ti sei liberato della sua figura ingombrante, ti sei emancipato, Gogo. Non è più tempo ora di tornare a nascondersi sotto la sua ala protettiva, non ora -Gogo-, non si può più tornare indietro!

Se torno, sarò tutto il contrario che protetto. Se torno sarò esposto a ogni imprevisto, a ogni giudizio. So cosa penseranno: molti mi condanneranno, e forse anche mio padre non vorrà più saperne di me. Se decido di tornare, decido di assumermi una grossa responsabilità.

Un grosso rischio!

Un grosso rischio, certo, come ogni responsabilità. Sarei un vigliacco e un bambino se non decidessi di assumermi qualche rischio ogni tanto.

Perderesti la tua libertà, Gogo. La meravigliosa, spensierata, leggera libertà di cui abbiamo goduto per tutti questi anni insieme. Anche quella sei disposto a rischiare?

Non è vero, Vladimir, è esattamente l'opposto. Non sarei libero se fossi costretto e vincolato per sempre ad una mia decisione presa da ragazzo, impulsiva.

Stai diventando vecchio, Gogo.

Sei tu che stai rimanendo bambino, Vladimir: è proprio perché posso ricominciare a progettarmi, è proprio perché posso decidere nuovamente di me, di tornare, che sono libero. La libertà costa molta più fatica di quel che si è soliti credere.

Dici così, ma tu hai paura.

Sì, certo Vladimir, non ho più la certezza di quel che mi aspetta e ne ho una gran paura. Ma tu, che da tuo padre non torni, tu ne hai ancor più paura. La paura ti paralizza, Vladimir, renditene conto. Non lascerò che succeda anche a me, torno da mio padre.

si incammina ...