Sviluppi sull'urlo

Marta Sala

31-03-2004  

Questo quadro m’ha sempre affascinata; da subito mi sono sentita in sintonia con la figura in primo piano. Quella testa grossa con una bocca piccola, ma spalancata. E’ come se avesse tanti pensieri che si affollano, ma non riuscisse a metterli in parole. Per tanto tempo sono rimasti dentro. Ora però sono troppi e troppo pressanti, vogliono uscire, ma non sono organizzati. Il desiderio di essere ascoltati però è grande, così escono diventando un grido forte e disperato.

Quell’uomo distrutto mi dà la sensazione di voler tornare sui suoi passi, per modificare un destino ormai segnato. Così si gira, ma la strada è sparita. E’ proprio in quel momento che i pensieri, prima tenuti a bada, si ribellano e fanno emergere la disperazione.

 

Ma perché mai vorrà tornare indietro? Forse si è accorto di aver sbagliato strada, di aver compiuto scelte errate, o di non essere stato padrone delle proprie scelte, ma di essersi fatto trasportare da velleità e da sogni fatui.

Non può tornare indietro per cancellare episodi della sua vita, dato che eliminandoli si priverebbe di una parte di sé vitale, di una fetta di vita che l’ha accompagnato lungo il cammino. Così si rende conto che il passato non può essere cancellato né modificato, ma può essere usato. Decide di vedere il proprio passato non come qualcosa di cui vergognarsi, ma come un nuovo strumento di cui potersi giovare per non doversi vergognare del proprio futuro.

Riesce a vedere per la prima volta ciò che c’è intorno a lui: quel buio che fin da bambino l’ha sempre atterrito, ora è l’unica cosa che lo circonda. Per fortuna le ringhiere lo proteggono da un possibile salto. Stranamente però non è spaventato. Un senso di sicurezza gli proviene da un laghetto d’oro che scorge in lontananza. “Mi piacerebbe arrivare fin là”, pensa.

Così si rimette in cammino per raggiungere la sua nuova meta. Quella strada è il ponte tra il suo passato e il suo futuro: è il suo presente. In ogni istante sarà lui il protagonista delle proprie scelte: ma ogni scelta, ora, ha una meta.