Hard Discount

Maurizio Albergoni

09-06-2004  

 

Foto di Carla Zaffaroni

 

Sono un carciofo.
E poi c’era il grano, i pomodori e il sole, fonte di sfolgorante eguaglianza.

Un giorno venne il contadino che, con un colpo secco, mi recise e mi ammucchiò in una cesta. Un nastro trasportatore mi portò verso un macchinario rumoroso ed infernale, dove, pulito e fatto a fettine sotto la supervisione di tecnici esperti, venivo preparato al trattamento per essere messo in scatola. Non un contenitore qualsiasi: etichetta di lusso, colori sgargianti, tutto suscita la voglia di conoscere la genuinità del prodotto naturale, curato per divenire un ibrido di alto costo e grande appeal.

Oggi mi trovo in una cattedrale della modernità quale può essere un supermercato, dove, su banconi ben disposti, in ordine e protetti da infallibili sistemi di sicurezza, vengo venerato come l’oggetto della felicità da una famigliola alla ricerca di relazioni significative.

Una signora mi tocca, mi maneggia con cura e distacco: ha visto la mia pubblicità alla televisione, non sa di esserne rimasta prigioniera. Guarda la scatola e osserva imperscrutabile la data di scadenza impressa sul fondo: mi concepisce come un’entità immobile, per lei sono congelato, bloccato nell’eterno presente.

Regna il disinteresse per quello che sono stato e rappresento, il nostro rapporto si misura sul dare e avere.

 

Incisione di Carla Zaffaroni

 

Una cassiera sfiorita dai turni massacranti mi maneggia e, con sentenza divina, enuncia il prezzo da pagare per far sentire la signora in vita e nel mondo: quello stupido scontrino fiscale attesta la verità in maniera imperscrutabile, è il certificato dell’avvenuta liberazione.

Presto mi accorgo che sono solo un oggetto che può, al massimo, essere spostato da un ripiano all’altro del frigorifero, o, tutt’al più, posso sperare di finire in un frigorifero più accogliente e moderno.

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