Il progetto di Bach e Mozart

Antonella Cuppari

27-11-2004  

Normalità, follia. Sogni veri e falsi. Specchio e sbarre. Limiti e realtà.

Un’emozione vedere Romeo in scena, ad occupare un posto così importante: il palcoscenico dei limiti e dei desideri!

Un’emozione vedere la sua abilità nel muoversi e nel farsi ascoltare.

Due personaggi folli, rinchiusi in un manicomio, compressi da limiti che vogliono trascendere; due sogni impossibili, tanto lavoro inutile, un perpetuo ripetersi di azioni che non possono portare a niente.

Ma da quella realtà loro parlano, parlano di chi li osserva “vivo in un corpo morto”, mentre loro si sentono “vivi in un corpo ferito a morte”, che non accetta la prigione.

Rido, sorpresa di essere, insieme al resto del pubblico, oggetto dei loro discorsi, curiosa di vedere come andrà a finire il loro progetto impossibile.

Poi, proprio mentre cercavo di immaginare la fine di questa loro “tortura mentale”, ecco che, lontani dagli occhi della normalità e dalle telecamere dei medici che da mesi li osservavano, lontani dallo sguardo di chi ormai aveva smesso di credere in loro, la situazione si evolve …

Ancora adesso sento lo smarrimento che ho provato al termine dello spettacolo e la paura di non aver colto il suo messaggio importante.

Poi mi viene in mente che anche io da bambina avevo i miei sogni impossibili; diventare la principessa di Marte, sollevare gli oggetti e fare magie con la forza del pensiero.

Non ricordo il momento in cui decisi di smettere definitivamente di credere nei miei “sogni impossibili” per dedicarmi a traguardi più realizzabili sul piano di realtà. Ma forse il “guadagno” di credere nei propri sogni sta appunto nel trovare, coltivare e far crescere dentro di sé quella fiducia e quella energia personale per divenire uomini ed essere parte del mondo.

Il progetto di Bach e Mozart: Locandina

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