Il colore della mia libertà

Walter Madau

07-06-2003  

La parola libertà ha qualcosa di astratto ed è simpatico ascoltare come le persone le attribuiscano diversi significati; è come un enorme arcobaleno con mille colori e sfumature.

Molti pensano di sentirsi liberi quando non devono rendere conto a niente e a nessuno, quando non sono soggetti ad alcun tipo di restrizione; altri raggiungono la sensazione di sentirsi liberi, solo quando provano il piacere di pensare in modo autonomo.

Modi diversi di pensare!

In uguale misura, però, vedo persone assuefatte a molteplici dipendenze e sottomesse a un altro modo di vedere e, di conseguenza, di scegliere e agire: in un bar, ragazzi e donne di una certa età, giocano alle slot machine quasi in uno stato di trance; altri uomini presi dalla frenesia di far soldi a palate lavorano senza veder nessuna altra cosa; altri ancora bevono, aumono sostanze stupefacenti, prendono antidepressivi o ansiolitici.

Mi chiedo allora quanti e quali siano i fattori esterni che influenzano la nostra libertà di scegliere e dunque di vivere questa vita.

Dunque il colore della mia libertà, in questo immenso arcobaleno, è quello di capire casa veramente c’è in me, cercare l’autenticità del mio volere, per fare si che quello che faccio non sia sempre e solo contrastante al mio essere, evitando di raggiungere insopportabili livelli di rimorso e di sconfitta in tutto quello che faccio in questa breve vita.