L'inseguimento

Anonimo

19-03-2004  

Pensavo di potere stare un po’ in pace ora che sono riuscito a rintanarmi a casa, ma cerco, cerco, e non riesco a trovare un angolo del mio letto che mi dia riparo per sfuggire al mio nemico. E’ notte inoltrata e ancora non so dove andare a ripararmi per poter avere un po’ di tranquillità.

La serata l’ho passata in cerca di prede da un locale all’altro e alla fine da cacciatore sono diventato io stesso preda di una mia vecchia nemica che mi ha rintracciato senza problema. Ha vinto lei anche questa volta! Non che io abbia fatto molta resistenza o che mi sia fatto inseguire per molto, anzi anche questa volta mi sono arreso subito, senza combatterla. Adesso mi ritrovo qui nella mia tana a leccarmi le ferite, che bruciano ancora di più perché non mi sono neanche difeso nella lotta.

Dopo una notte d’inferno, a un tratto mi ritrovo aggredito da altri nemici, i temuti raggi del sole. Mi faccio forza ed esco dalla mia tana lasciandomi alle spalle il ricordo della mia amata nemica. Già il dolore delle sue ferite sta svanendo e mi sto dimenticando della sua pericolosità. Ormai ho recuperato le forze e mi viene addirittura voglia di andare in palestra.

Sto bene, sono tranquillo, ma in fondo a me stesso sono consapevole di una verità: ”Questa notte la mia nemica tornerà e dopo un breve inseguimento mi farà suo”. Finisco il mio allenamento, sono stanco e contento di tornare nella mia tana. Mangio, mi faccio una doccia e nella mia testa si affollano mille buoni propositi, spero di passare una buona serata insieme al mio branco.

Ma ad un tratto cala la notte che scurisce tutte le cose e che mi ricorda prepotentemente che io non sono uno da branco, ma un lupo solitario abituato a cacciare da solo. Per l’ennesima volta, esco dal mio rifugio in cerca di nuove prede.

Giro, rigiro, parlo, scherzo, rido, poi ad un tratto inizio a sentire un dolce richiamo e mi domando chi mai può chiamarmi così dolcemente senza neanche mostrarsi ai miei occhi. All’inizio non gli do molto peso e continuo per la mia strada, ma più passano le ore più quel richiamo diventa continuo e martellante, non è più dolce come prima, allora mi blocco un istante e cerco di pensare a chi mi può inseguire così tenacemente, ma ormai è troppo tardi, ormai so chi ho davanti, è la mia peggior nemica che anche questa notte vuole il suo tributo di sofferenza.

Mi fermo, mi lascio catturare, e in un ultimo sprazzo di lucidità le dico: “Riuscirò mai a nascondermi dallo sguardo di un’abile cacciatrice come te?”.