Alcune costanti del male

Redazione

Verbale dalla riunione del 02-04-2007
 

Raccolte le immagini sul male, ne vengono individuati alcuni tratti ricorrenti, in particolare: la presenza di bambini e l’abuso di potere.

Nell’immagine di Pasquale (il bambino punito sul balcone), il potere viene vissuto dal bambino senz’altro scopo che quello di generale dolore.

Nell’immagine di Livia (la sveglia rotta), la persona che genera dolore e quella che lo subisce coincidono: una bambina risponde ad una sensazione di impotenza con una violenza su un oggetto amato, vi si scaglia contro aggredendo se stessa e il proprio sentimento positivo verso l’oggetto.

Quando un individuo si sente impotente, impossibilitato a orientare le proprie energie, compie una violenza su se stesso per essere l’attore protagonista del male che vive, come a dire: “Visto che il male lo subisco, meglio essere attivi nel procurarselo!”. La dinamica richiama l’autolesionismo tanto diffuso in carcere.

Nell’immagine di Pietro (i bambini con i piedi legati), il potere è esercitato dalla persona, la madre, che per definizione dovrebbe promuovere la crescita. Ed è usato per inchiodare la persona in uno stato di impotenza permanente.

Negli esempi precedenti l’abuso è effettuato attivamente su qualcosa che è una parte di noi, nostro figlio o un oggetto amato. Nelle immagini della Tirelli, la sensazione di male è legata alla indifferenza verso la sofferenza altrui; il senso d’impotenza, in questo caso, riguarda la difficoltà di costruire un legame capace di cambiare il corso delle cose e di usare il proprio potere per riaprire il futuro della persona impotente.

Anche nelle immagini di Enzo e Silvia, l’uso del potere si combina con l’impotenza. Nell’immagine di Enzo si ha un coordinamento nell’esercizio del male. Una forza centrale ha il potere di coordinare molte forze che, a loro volta, hanno il potere di fare male. Il potere di uno sfrutta l’impotenza e la pochezza di molti per produrre ulteriore impotenza.

Nell’immagine di Silvia c’è una programmazione della propria impotenza, la persona progetta la propria morte. La capacità della persona si applica alla cristallizzazione del suo stato di impotenza.

Nel complesso le immagini citate rimandano a una sorta di “circuito del male”: abuso-potere-impotenza. Il potere invece di essere utilizzato per generare e alimentare in qualcuno una forza creativa, la spegne producendo impotenza.