Lettera al Presidente

Mauro Pala

Carcere di San Vittore

11-05-2012

Egregio Signor Presidente,

sono un detenuto di San Vittore, ricoverato al Centro Clinico da 20 mesi. Mi chiamo Mauro Pala e ho 53 anni. Vorrei dirle quello che ho visto e continuo a vedere qui dentro. Se uno lo racconta quando esce, chi ti ascolta non ci crede.

Ho vissuto con una persona senza il pancreas che andava avanti ed indietro dall’ospedale San Paolo, con anziani disabili seduti su una carrozzina a vita per via di un ictus celebrale, con ragazzi come me e molto più giovani affetti da HIV, Epatite C e Toxoplasmosi. Parlo di malattie conclamate, che richiederebbero di stare in un ambiente seriamente protetto per le patologie infettive. Qui manca l’igiene e manca l’attenzione da parte del personale. Abbondano invece persone con frequenti crisi epilettiche, che se ce n’è una in piena notte, nessuno se ne accorge.

Se parlo poi del reparto C.O.N.P, mi sembra di stare in uno zoo di animali inferociti che vengono continuamente sedati per non sentirli. Signori miei, mi dovete scusare, ma a me personalmente più che in un Centro Clinico sembra di essere in un cartone animato: “Gli Antenati”, “la Famiglia Adams”. Scherzi a parte, questa situazione è invivibile e molto stressante.

Una domanda può essere questa: “Dove va a finire la dignità dell’essere umano che nella sua vita ha fatto degli errori gravi o meno gravi? Non sarebbe ora di fare un qualcosa di serio anziché aspettare che succeda il peggio?”.

Mi dimenticavo della rieducazione, riabilitazione e reinserimento sociale: una volta fuori dal carcere il detenuto si sente emarginato da tutto, dai diritti civili e politici. Quello che rimane è solo un timbro e un numero di matricola.

Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro di poter fare di meglio.

Mauro Pala