Il guerriero e il pettirosso

Rossella Dolce

29-06-2004  

A volte ripenso alla me stessa dei quattordici anni: un fisico da pettirosso smagrito con uno sguardo da guerriera che non perdona ... forgiato da mille battaglie….

Mi vedo lì convinta, mentre rispondo senza tradire alcun timore ad un gorilla che mi provoca e che è grosso tre volte più di me:

  • Hey, ma dov’è la tua carità cristiana, non dovresti porgermi l’altra guancia?”
  • Certo ciccio, prima ti spezzo le braccine e poi se ci riesci, l’altra guancia è qui a tua disposizione!

Battute che farebbero ridere anche in un film di Stallone.
Eppure io ci credevo ... tanto da pensare che fossero state le mie parole a indurre il gorilla a girarmi le spalle.

Poi sono cresciuta, ho iniziato a sentirmi responsabile di me stessa, cercando di mediare le mie fantasie onnipotenti con il desiderio di non fare più preoccupare chi mi voleva bene.

 

A tratti però il mio orgoglio più infantile si fa risentire, è successo venerdì agli allenamenti. Ho capito subito di essere prossima al collasso, ma ho lanciato la mia sfida al grido di “io non mi spezzo e ho tutto sotto controllo”.

Finita la lezione, mi tremavano le gambe a scendere gli scalini della palestra e, giunta al parcheggio, ho trovato una nebbia che aveva inghiottito tutti i colori, compreso quello della mia macchina.

Giunto a casa, il guerriero trova il pettirosso; hanno abbastanza fiato per ridere tutti e due:

  • Hai sempre voglia di urlare alla tempesta che il tuo vento è più forte vero?
  • Ogni tanto tutti abbiamo bisogno di un nemico e di una battaglia!