Il lupo

 

Enzo Martino

25-04-2005  

Il lupo è un animale che vive in gruppo; il lupo di cui voglio parlare, invece, era vissuto sempre in solitudine. Per scelta!

Aveva gli occhi pieni di odio, quegli occhi sfavillanti, senza pace.

Era cresciuto in una fattoria, legato con una grossa catena e chiuso in un’angusta cuccia, dove di giorno stava chiuso e di notte gli toccava fare da guardia alle bestie del padrone.

Crescendo, in lui aumentava come un profondo solco interno, l’odio. Quell’odio che, quando si espresse nella sua immane grandezza, gli cambiò la vita.

Ruppe la catena, e scappò via, pur rimanendo ai margini del paese dove era cresciuto. Osservava ciò che accadeva, cercando di capire, ascoltando i commenti, che moltiplicarono in lui il desiderio di indennizzo verso chi lo aveva sempre tenuto lontano dai giochi che egli cercava, ma che non ebbe. Era cresciuto troppo in fretta o, forse è meglio dire, era stato obbligato a diventare adulto.

Gli sguardi accusatori di chi lo incontrava lo rendevano più cattivo: "lui è un diverso e pertanto si comporta come tale".

La sensazione di essere odiato lo appagava, rendendolo invulnerabile, nella sua testa pensava questo; era giunto il momento di colpire, colpire duro.

Incomincia a fare razzia di animali domestici nelle fattorie, mangia a sazietà, poi continua la sua corsa omicida nelle fattorie adiacenti, solo per causare danno, e questo lo porta a immaginare di essere invincibile.

Quando la sua sete di vendetta è appagata, va via con il muso sporco di sangue delle sue vittime, quell’odore ormai gli è appiccicato addosso e niente e nessuno riuscirà a levarglielo di dosso.

Una notte vennero per catturarlo nella sua tana in mezzo al bosco.

Non riuscirono a prenderlo. Il suo bel pelo nero, si stagliava con il chiarore della luna, era imponente, faceva paura. Chi era venuto a stanarlo non gli avrebbe perdonato i suoi errori, non avrebbe neanche cercato di capirli. Sentendosi braccato e senza via d’uscita, cercò un dirupo e volò, finendo giù, sempre più giù, fino all’inferno, un posto che già conosceva.