Il frutteto

Francesco Leotta (con l'aiuto di Silvia Casanova)

13-11-2008

In primavera, dopo una pulita di secco e di selvatico, soddisfatto e appagato della sua stanchezza, il contadino si innamora nel guardare a una a una le sue piante. Le conosce tutte, che quasi le chiama per nome, anche se per le persone che ne mangiano il frutto sono semplicemente agrumi, aranci.

Con la potatura, Il contadino dà alle sue piante, ognuna diversa dall’altra, la giusta acconciatura, come se il vicino dovesse chiedergli da quale parrucchiere vanno i suoi alberi.

Passeggiando nel frutteto, vede sbocciare i primi fiori; si guarda intorno ammirato, lavora la terra e respira il suo odore mescolato al profumo dei fiori. Si ferma a sognare la sua infanzia, come una musica che rimane nella mente, nonostante il rumore di tutti i giorni.

Non guadagna molti denari, anche se ci vuole un anno per raccogliere il frutto e può succedere che una gelata o una grandinata distrugga il raccolto. A una a una, guarda le sue piante e si accorge se una o l’altra hanno bisogno di più acqua o più concime; le serve con cura, non lascia indietro nessuna.

Il colore delle foglie gli fa capire se sono in buona salute. Fra tante piante, a volte qualcuna si ammala, le foglie ingialliscono e vanno a cadere piano piano. Allora il contadino torna a casa triste, non ha fame, eppure i figli sono sorridenti e in buona salute, la moglie ha cucinato, pulito, rammendato. La famiglia nota che non tutto va bene e si chiede: “Forse è arrabbiato? Forse sta male?”

Ma il contadino pensa che prima dell’alba sarà già in campagna, a gustarsi l’aurora. Non c’è nessuna malattia nelle foglie e il contadino, testardo e orgoglioso, inizia a scavare. Sarebbe più conveniente tagliare la pianta, piantarne una nuova. C’è il caminetto!

Ma quell’albero forse gli chiede di essere curato, di non essere usato per una vampata di fuoco. Per il camino, c’è la legna della potatura, e poi, c’è anche il metano…

Il contadino scava a mano, non si è aggiornato a usare le macchine, non è andato a scuola per poter lavorare, non sa che dovrebbe scavare per quattro metri di circonferenza e tre di profondità. Sa però che deve scavare largo per non ferire le radici e molto in profondità perché ce n’è una grossa che va giù, così in basso da raggiungere l’acqua. Quanto sarà profonda?

Ma lui non si scoraggia, andrà fino in fondo finché non trova la malattia. Le foglie cadono lì fuori; ma lui ricontrolla la terra dentro. E’ una terra dura da scavare ma lui insiste, non è stanco, va avanti fino a che trova la ferita. Allora la cura, con tutti i sentimenti. Torna a casa contento. Nessuno lo ha pagato, nessuno lo ha notato. Ma c’è gioia nella sua casa e lui si sente gratificato.


Scritti collegati: La terra del mio giardino


Il frutteto (versione originale)

 

In primavera dopo una pulita di secco e di selvatico il contadino soddisfatto appagato di stanchezza si innamora a una a una di guardare le sue piante li conosce tutti che quasi gli da un nome ma per le persone che mangiano il frutto sono semplicemente agrumi arance lui con la potatura in ogni pianta diversa gli da la giusta acconciatura come se il vicino gli dovesse chiedere in quale parrucchiere sei andato passeggiando soddisfatto vede che già inizia a sbocciare dei fiori guarda sbalordito ammirato e si mette in moto l’olfatto lavora la terra si mischiano i profumi dei fiori e della terra e qui si ferma a sognare la sua infanzia come una musica che rimane impressa del tormentone che sente tutti i giorni non guadagna denari ci vuole un anno prima di raccogliere il frutto e una grandinata o gelata può succedere che non raccoglie niente a una a una guarda le piante e vede se una a bisogno più acqua o più mangiare li serve con molta cura non lascia indietro nessuno il colore delle foglie gli fa capire se sono di buona salute e in tante piante qualcuna si ammala le foglie sono ingiallite un po’ e vanno a cadere a una a una torna a casa e non a una euforia e triste non a fame eppure i figli sono giocosi e in buona salute la moglie a cucinato a pulito rammendato e con i figli nota che non tutto va bene forse è arrabbiato? Si chiedono in casa forse sta male? Ma lui il contadino già pensa che prima dell’alba per gustarsi laurora e già in campagna non c’è nessuna malattia nelle foglie testardo e orgoglioso inizia a scavare! Cé il caminetto? Farebbe più in fretta e conveniente tagliarla e piantarne una nuova ma quella pianta forse gli chiede di curarla di non metterla per una vampata di fuoco! Legna ce né dalla potatura e poi ce anche il metano ma il contadino scava e non e facile come sembra deve scavare a mano non si e aggiornato a dire scavo 4 metri di circonferenza uno due 3 di profondità le scuole per il lavoro non la fatto ma comunque scava largo perche ci sono le radici a largo e poi di profondità ce né una grossa che va fino giù il chiodo che trova l’acqua quanto sarà profonda? Ma lui non si scoragio anzi andra fino in fondo finche trova la malattia perche sicuramente è dentro le foglie il fuori la scrutato ricontrollato e tasta dura la terra da scavare bma scava insiste non e stanco va avanti finche trova la ferita la cura con amore con tutti i sentimenti la passione torna a casa contento soddisfatto pagato ricompensato cé gioia nella sua casa eppure non lo anno pagato nessuno la notato ma lui e gratificato.