Trovare la propria parte

Alessandro Pianta

 

22-11-2011

E' impossibile non rivedersi nella parte del ballerino. Sono certo che ognuno di noi, seguendo il racconto, è tornato a ricordi che preferirebbe rimuovere. Dopo numerosi anni nel cemento, mi sono reso conto che il carcere mi ha dato una mano per portare a termine l'opera che avevo iniziato già io.

Ancora oggi dopo mesi di libertà sono qui che cerco la mia parte e mi accorgo che la mia vita si è fermata tanti anni fa, quando decisi di dichiararmi guerra. Anni trascorsi nel menefreghismo totale, un'anestesia dei sentimenti che all'apparenza appianava le cose, ma oggettivamente mi distruggeva. 

Ora che mi sono finalmente perdonato, ora che ho finalmente accettato la mia condizione senza prendermi con troppa serietà, mi guardo intorno e mi rendo conto che non è facile riprendere in mano me stesso adattandomi alle esigenze della vita.

Troppe volte la fretta e le scorciatoie promettenti hanno allungato l'agonia del mio cigno, riportando il povero, tenero ballerino dritto fra le sbarre. E' stato un susseguirsi d'interruzioni tale da farmi girare la testa, tale da confondere le poche certezze alle quali mi appoggiavo e da farmi uscire per sempre di scena, senza aver mai trovato la parte che avrei voluto disperatamente interpretare.