Bernard, il cigno e il toro

Aroua Imed

 

25-11-2011

Si presenta all’audizione della compagnia teatrale, osserva le prove per lo spettacolo e pensa alla sua occasione… che non tarda ad arrivare. Non immaginava che a breve sarebbe diventato il primo ballerino della compagnia, il protagonista dell'opera.

Bernard è lì, in prima fila, vede che il primo ballerino non è nel pieno delle sue forze ma non ci bada fino al giorno seguente, quando non lo vede e chiede che cosa gli sia successo. La risposta di uno dei teatranti è pronta: “Non sta bene, siamo disperati, non riusciamo a trovare uno adatto che lo sostituisca"

Non gli sembrò vero, per una volta la fortuna gli si gettò addosso e Bernard la strinse forte a sé. “Potrei essere io colui che lo sostituisce, so ballare, so recitare, non chiedo di meglio se non mostrarvi le mie capacità!”

Il regista colse al volo l'occasione, pur di non perdere lo spettacolo. Ma Bernard non era il primo ballerino, era qualcosa di più, di diverso e originale; in sé aveva molte arti, la più raffinata di tutte era l’inganno, saper fingere di essere qualcun altro, la simulazione, il camaleonte.

Così fu, divenne il primo ballerino, iniziò a danzare di fronte ad un’intera platea, riuscendo ad incantarla per i primi due atti della commedia. Poi la scena mutò: il pubblico notò qualcosa di diverso, e così iniziò a lanciare i primi fischi, ma lui continuò perché era Bernard, il re dell’inganno, colui che poteva tutto.

Il pubblico indignato iniziò a lanciare cartacce e fiori in segno di disprezzo ma lui pensò: “Se mi lanciano fiori vuol dire che mi amano”. Povero Bernard, che è rimasto impigliato nel suo personaggio.  La gente del pubblico non lo può sapere, non può capire e accettare la sua arroganza. Ma una cosa Bernard l’aveva in quantità ed era la sua vitalità.

Il pubblico non era più in un teatro, ma in un'arena, erano tutti diventati dei toreri e il povero Bernard un toro da abbattere; fino all’ultimo non si è reso conto che i fischi non erano applausi, e che i fiori erano le sole cose che il pubblico aveva da lanciare. Neppure quando lo stavano per linciare lui si domandava perché; aveva troppo bisogno di credere a se stesso.

Comunque sia, Bernard ha avuto il coraggio di danzare come un ballerino di prima fila… anche se non è mai arrivato a essere il vero protagonista de "La morte del cigno".

E' diventato piuttosto un toro ribelle nell'arena, un toro che, però, non si è limitato al ruolo che gli era stato assegnato, cioè fare da bersaglio alla rabbia degli spettatori, che vanno alla corrida proprio per potersene liberare.

Bernard è stato un toro che ha dato libero corso alla sua rabbia, perché sapeva che il suo destino era morire per dare modo ad altri di sentirsi meglio.