Dopo il workshop

Alcuni scout

12-03-2006  

Grazie a questa esperienza ho capito meglio, ma sicuramente ancora troppo poco della realtà dei detenuti.

Un esperienza, oltre che molto interessante dal punto di vista “materiale” (conoscere e vedere luoghi mai visti, come tribunali e carcere) anche estremamente arricchente dal punto di vista personale ed umano.

Sono rimasto particolarmente colpito dal clima che si è creato sabato pomeriggio, durante l’incontro a S Vittore, infine (la cosa a mio parere più importante ) ho acquisito degli elementi in più per cercare di togliermi dalla testa tutti quei pregiudizi che troppo spesso contribuiscono al mio parere in una questione delicata e poco conosciuta come questa.

 


 

L’autorità autorevole ci porta ad interiorizzare le norme con le quali viene codificata, e i valori sulle quali le norme stesse sono fondate.

La perdita di autorevolezza nell’autorità genera sfiducia ed assenza di responsabilità.

 


 

Questa esperienza in carcere mi ha toccato molto.

La realtà carceraria è molto più dura di quello che pensavo. Mi è piaciuto il modo in cui le persone cambiano, e anche se hanno compiuto reati, alla fine sono sempre uomini  con cuori e sentimenti.

Dopo questo workshop ho imparato molte cose, che condividerò con il mio clan.

 


 

Il carcere è per me una realtà ancora quasi incomprensibile.

Quando ieri siamo andati in tribunale ho ascoltato e visto tantissime cose di cui non comprendo neppure il significato; spesso e volentieri il giudice parlava e io non capivo quello che stava dicendo.

Poi al pomeriggio in carcere e li si sono affacciate talmente tante emozioni e sensazioni, brutte e belle, che penso impiegherò parecchi giorni a metabolizzare tutto…

Prima di entrare avevo un’idea pessima dei detenuti: ancora adesso mi viene rabbia a pensare che certe persone possano avere il coraggio di fare tanto male ad altre persone.

Mi chiedo che cosa possa portare una persona, ad una rapina, allo spaccio alla violenza sessuale…

Sono cose che per me non stanno né in cielo né in terra eppure accadono.

Facendo questo Work shop ho capito che i detenuti hanno bisogno di attenzione, di cure,

Mi ha fatto estremamente piacere vedere come alcuni detenuti si siano messi in gioco, si sono guardati dentro, nel gruppo della trasgressione.

E bene vedere che queste persone hanno il coraggio di affrontare le tensioni che nella società incontrano e tentino di riacquistare la dignitosa vita di tutti i giorni.

Il mio “augurio” è quello che detenuti, volontari e tutti coloro che vivono da una parte o dall’altra della vita carceraria, possano aiutarsi a vicenda. In particolare penso sarebbe bello il fatto che tutti i detenuti possano avere il coraggio e la forza di farsi aiutare, di imparare di crescere, di riconoscere i propri errori e quindi di poter tornare all’esterno non con più rabbia di prima, ma come veri uomini.

 


 

Mi sono scrollata di dosso e mi sono alleggerita  di tanti pregiudizi. In compenso mi si è aperto un mondo di pensieri di uomini, di relazioni a me lontano. Un mondo grande, di cui non vedo inizio né fine.

Ho bisogno di far ordine nei miei pensieri.

Vorrei lasciarmi un po’ della mia voglia di entrare più a fondo.

Quindi non vi lascio qualcosa di impacchettato, chiuso, ma simbolicamente qualcosa con una lunga coda. Il conto del regalo è un grazie enorme per avermi aperto questa porta chiusa.

Un’ultima cosa, vi lascio il battito forte del mio cuore e un grazie per tutti i momenti in cui i nostri sguardi si sono incontrati

 


 

Ci è stato chiesto cosa possiamo dare noi ai carcerati, al gruppo della trasgressione; la verità è che non posso certo restituire l’immenso favore che ci è stato fatto, aprendoci le porte di questo mondo così lontano dalla nostra quotidianità.

L’unica cosa che posso darvi e la certezza che le vostre parole, i vostri racconti non sono stati portati via da una semplice brezza, ma da un vento che percorrerà miglia e miglia, portando le vostre parole.

Perciò è doveroso un ringraziamento

Grazie per esservi affacciati sul mio cammino,

Grazie per aver condiviso una parte della vostra vita con me, e soprattutto grazie per aver cancellato dalla mia mente quei pregiudizi che sono presenti nella nostra società.

Silvia

 


 

Mi ha colpito la forza dei detenuti ed ex detenuti del gruppo della trasgressione, che hanno voluto guardarsi dentro, nel riflettere sui propri errori, e li ammiro perché deve essere faticoso.

Capisco che fare questo è difficile perché il carcere, da quello che ho capito, può invece portare ad accumulare rabbia e a tornare come prima se non si è fatto un certo cammino interiore.