Non era questo il primo sogno

Studente Carate

Gennaio, 2004  

Buoni e cattivi, criminali, bambini, professionisti, persone che costruiscono e persone che distruggono inseguono un sogno; alcuni individui sentono di avere gli strumenti per accudire il proprio sogno e portarlo avanti, mentre altri non sono in grado di reperire tali strumenti oppure li perdono lungo la strada. Avere un sogno non basta, occorre anche saper tollerare le frustrazioni e occorre che si sappiano e si possano reperire nella realtà gli strumenti per non dare subito per persa la partita del sogno.”

Non era questo il primo sogno, non era qui che mi dovevo trovare. Pensavo di diventare un giocatore professionista di pallacanestro. Ma i sogni sono volubili, si scontrano con la realtà fino a rompersi. Sono sostanzialmente perfetti fino a quando rimangono nella tua testa diventando poi totalmente imperfetti quando entrano nella vita reale.

Certo a volte sono realizzabili, ma solo a volte. Si dice che magari credendoci lo avresti potuto realizzare. Si dice sia tutta una questione di autoconvincimento: se credi che ciò che stai sognando sia realizzabile, molto probabilmente lo realizzerai, al contrario se consideri il tuo sogno come un passatempo per la mente, non riuscirai mai a realizzarlo.

Sarebbe bello fosse così semplice, così ovvio e scontato. Ma non sempre è così, anzi, molto probabilmente, è tutto il contrario. Un ginocchio si rompe, una squadra che si divide, cosa importa a quel punto se credevi veramente in ciò che facevi o no?

Finisci per non farci caso e ignorare quel pensiero, addirittura cambiarlo con un altro. No, non era questo il primo sogno. Ma forse è anche questa la bellezza dei sogni. Sono mutabili. Se tu cambi, anche loro cambiano; se qualcosa attorno a te varia, anche loro variano. Ed anche per questo che quasi nessuno riesce a realizzare il suo primo sogno. Perché crescendo si cambia, le cose intorno a te cambiano, ed ogni volta tu devi sapere resistere alla tentazione di cambiare ancora quel sogno per un altro più facile, meno frustrante da raggiungere.

Com’è facile capire, ci sono tanti motivi per cui questo non era il primo sogno. E ci sono tanti motivi per capire chi sbaglia inseguendo quel sogno e chi vedendo le difficoltà smette di sognare; anche se dire di smettere di sognare è sbagliato perché nessuno in realtà smette mai.

Si può diventare dei falsi sognatori, cioè delle persone che sognano soltanto per il gusto di farlo senza avere intenzione di realizzare il proprio sogno, ma non si smette mai di sognare del tutto. Io mi reputo uno di questi, un falso sognatore e non ci trovo niente di male nell’esserlo. Anzi, penso che di veri sognatori ce ne siano pochi, perché è difficile esserlo.

Non penso quindi che sia sufficiente dire che per realizzare i propri sogni basti credere in essi; la maggior parte delle volte questi scompaiono e cambiano per motivi esterni, che tu non puoi controllare.

Non era questo il primo sogno, ma a volte non sei tu a controllarlo.