Il convegno al Rotary club

Diego Ludovico

11-02-2004  

Un convegno, quello di sabato 7 febbraio, incentrato dal Rotary Club Milano su “Carcere, carcerati e società civile nella città di Cesare Beccarla”, l’uomo politico che dedicò il suo libro “Dei delitti e delle pene” ai problemi del complesso mondo detentivo.

Un’emozione unica, per il semplice fatto che cinque detenuti, me compreso, abbiano potuto partecipare all’evento e manifestare la loro soddisfazione per il lavoro che si svolge nel Gruppo della trasgressione. Uno degli interventi previsti dal convegno era, appunto, quello di Angelo Aparo, psicologo a San Vittore e coordinatore del Gruppo.

Si deve ringraziare Giampietro Borasio, da qualche tempo componente del Gruppo, che ci ha voluto invitare al convegno, e i magistrati di sorveglianza Maria Rosaria Sodano e Giovanna Di Rosa che hanno concesso il permesso, affinché i detenuti potessero essere presenti nella bella sala Congressi della Fondazione Cariplo.

Nel corso degli interventi, i relatori si sono soffermati sull’esigenza di rendere il carcere più rispondente ai dettami dell’art. 27 della Costituzione, sui ruoli delle figure istituzionali e sulla necessità, da parte degli imprenditori, di riservare una quota di lavoro per i detenuti, per rendere più agevole il loro reinserimento nella società e per preparali ad una totale appartenenza ad essa una volta scontata la pena.

Il clima che si è respirato al convegno è stato di grande disponibilità, sia da parte dei Rotariani, sia da parte della rappresentanza istituzionale, a cominciare dal direttore di San Vittore Luigi Pagano, peraltro non nuovo alle innovazioni per una detenzione più umana, e dalla dott.ssa Maria Rosaria Sodano, magistrato di sorveglianza al Tribunale di Milano.

Nel corso di tutta la mattinata gli interventi sono stati brillanti e coinvolgenti, dando al convegno il volto della ragione e quello della responsabilità, sia nei confronti della società civile sia nei confronti dei detenuti. Si è potuto notarlo nell’intervento della signora Bartocci, moglie del gioielliere ucciso a Milano, quando dice di essere contraria alla pena di morte, ma di auspicare una pena che non faccia sentire derisa e abbandonata la vittima del reato; lo si è visto negli interventi dei detenuti, che hanno stretto la mano alla Signora, invitandola al Gruppo della trasgressione, dove tra l’altro si parla di “Rapinatori e rapinati”.

Alcuni intervenuti hanno messo l’accento sul fatto che quanto si fa o si farà per i detenuti, non va inteso come buonismo, ma risponde a un criterio che è di civiltà e di funzionalità sociale.
Un successo, quello del convegno, che ha visto il nostro gruppo di studio premiato per l’impegno profuso da detenuti e studenti. Soddisfazione per le figure istituzionali che l’hanno autorizzato circa sette anni fa e orgoglio per il coordinatore che ne ha elaborato il metodo.

Al gruppo partecipano detenuti e studenti della “Bicocca”, che si confrontano su vari temi, nell’intento di poter comunicare con una più vasta fascia di società civile, per crescere culturalmente insieme, mettendo ognuno con le proprie capacità, le proprie esperienze al servizio dell’altro.