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Vado a nascere in America

 

Antonella Cuppari


Stavo rileggendo il documento "LA SFIDA: una corsa verso il limite…"

Vi si legge "Dove ha origine la pulsione umana a superare i confini esistenti per scoprire nuovi spazi di espressione e di conoscenza? Quando la sfida resta sterile illusione e quando invece diviene investimento per un cambiamento in chiave migliorativa?!"

Una corsa verso il limite fra illusione e trasformazione… da dove ha origine questo limite? Perché lo si vuole superare? Chi contratta questi confini? Cosa c'è al di là di queste colonne d'Ercole da spingermi a rischiare tutto, la stessa esistenza, pur di raggiungere la meta?
La sfida è una corsa verso il limite: una corsa che può illudere o una corsa che può trasformare: quando la sfida resta sterile illusione e quando invece diviene investimento per un cambiamento in chiave migliorativa? Illusione di cosa? Miglioramento di cosa?

La sfida comporta un superamento di limiti, dei nostri limiti, in quanto siamo esseri umani, non immortali, non onniscienti, non onnipresenti.

Ci sono personaggi che hanno superato limiti reali, oggettivi: basta guardare ogni anno il libro del "guiness dei primati". Ci sono primi in tutto: l'uomo più obeso del mondo, l'uomo dalle unghie più lunghe del mondo, l'animale più piccolo al mondo…. Oggettivamente questi uomini hanno superato ogni limite e forse non senza alcun danno collaterale. Ci sono i "primi" nello sport, e chi è esperto in sport estremi…. Perché estremi? Perché vicino ad un limite, oggettivamente riconosciuto da tutti; il confine che separa la vita dalla morte. Anche nella storia ci sono esempi emblematici di persone che hanno superato limiti oggettivi: Cristoforo Colombo ha deciso di andare "al di là" di quello che si credeva essere "i limiti del mondo", il primo uomo sulla Luna…. Poi non bisogna dimenticare tutti quei studiosi che hanno superato i limiti della scienza dell'epoca: in medicina, in fisica…

Poi ci sono persone forse meno "estreme" più "normali", ma anche loro sfidano: sfidano i propri limiti, e a volte delle loro sfide non se ne accorge nessuno. Lo studente sfida se stesso e si impegna al massimo per ottenere il meglio di sé, l'impiegato fa 200 ore di straordinari pur di ricevere quella tanto ambita "promozione", il bambino sfida la mamma facendogli la pernacchia quando lei lo sgrida.

Sembra che la sfida sia un bisogno fondamentale, o forse è meglio dire uno strumento, un modo, per soddisfare un bisogno fondamentale? Quale?
C'è un limite, ci si misura; si misura quanto si è grandi, intelligenti, forti, furbi. Ci si misura perché misurandoci sappiamo chi siamo, quanto grandi siamo. Perché misurandoci riusciamo a conoscerci, riusciamo a farci conoscere a volte. "Io sono alto 1.20" dice un bambino ad un altro "Io invece 1.25…ah, ah, ho vinto io" risponde l'altro. Ci si misura per vedere chi è più alto, non chi è più basso. Perché essere alti, significa essere grandi, ed essere grandi significa essere indipendenti dalla propria mamma.

Quante sfide ci sono nella vita e anche nel mondo; le persone si ricordano perché hanno rotto i confini e hanno allargato la visione del mondo e dell'universo. L'umanità continua la sua sfida; una sfida dettata dal desiderio di individuarsi, di differenziarsi. In alcuni casi questo desiderio di essere indipendenti e non bisognosi ci fa dimenticare di quanto sia fondamentale la Natura in cui viviamo. Perché i limiti rimangono comunque, anche se il loro fascino sta, appunto, nel poter essere superati.