L'acqua a Corinto

Cinzia Faenza

23-11-2010  

Pensavo al rapporto tra Sisifo e Zeus. Al disinteresse di quest'ultimo verso la siccità che mette a dura prova la gente di Corinto. Dev'essere stato destabilizzante per Sisifo dover far fronte a una questione così importante mentre si sente abbandonato dagli dei...

Certo, gli dei avevano moltissime questioni di cui occuparsi, importanti quanto quella della mancanza d'acqua a Corinto. Ma quando la sete cresce, l’attesa diventa più dura da accettare…

Sisifo ha bisogno di sapere e così decide di recarsi da loro, anzi va proprio in cerca del sommo Zeus o, almeno, del dio dell’acqua, Asopo.

Sisifo vorrebbe delle risposte, un aiuto possibilmente. Egli è giovane, vivace e furbo, a volte un po’ troppo disinvolto e trasgressivo; ma è anche un condottiero valoroso, che ha fatto e vorrebbe fare grandi cose con e per la sua gente. Sisifo ha creduto negli dei e confida ancora che possano aiutarlo. Egli vuole, deve trovare una soluzione per il suo popolo.

Mentre arranca su per il monte Olimpo, ripassa fra sé e sé come esporre l’urgenza di Corinto. Spera di trovare qualcuno che possa portarlo rapidamente al cospetto del capo degli dei. In tasca ha solo la fiducia e… se proprio dovesse essere necessaria… una moneta d’oro coniata a Corinto per celebrare il sommo Zeus.

Intravede già la sommità del monte, ed ecco Zeus dietro delle rocce poco lontane: "Che faccio? Mi avvicino? Ma no, starà discutendo con gli altri dei, chissà che importanti decisioni devono affrontare ogni giorno, ogni ora! Sarà certamente per questo che finora non è mai venuto in mio aiuto. Però lo sa che la gente di Corinto muore di sete e cominciano anche a uccidersi tra loro per rubarsi la poca acqua a vicenda...”

I sentimenti di Sisifo sono diversi, forti… e cozzano tra loro: lo ammira, lo teme, ma è anche deluso, forse anche arrabbiato con Zeus…

Fa ancora un passo avanti, non può credere ai suoi occhi...Zeus che si sollazza beatamente con una giovane Ninfa.

Sisifo pensa alla sua gente che non ha l'acqua, pensa alle loro attese, pensa che il dovere di Zeus sia di fare tutto il possibile per aiutare il suo popolo a vivere una vita dignitosa, ad affrontare gli ostacoli più duri sulla strada.

Sisifo pensa tutto questo, ma capisce che non è così, comincia a sentirsi tradito, solo, sconfitto e anche un po’ stupido. Mentre lui e il suo popolo muoiono di sete, Zeus, che è il punto di riferimento di tutta la comunità, si disinteressa di tutto e ride.

Sisifo dice fra sé e sé: "Devo rispetto a chi non mi rispetta? Del resto, se il capo dei capi tradisce la collettività, un semplice re, o un cittadino non può farlo? Sarà certamente meno grave! Inoltre, se mi trovo in questa condizione è anche per colpa sua, quindi in fondo sono anche legittimato a fare tutto quello che mi passa per la testa, o no?"

 

 

Mentre scrivevo, ho constatato che il mito di Sisifo e i miei sentimenti di giovane laureata e cittadina di un’Italia complessa e in difficoltà si sono intrecciati fino a scavalcare le mie intenzioni.

Il cittadino ha bisogno di riposte e di rispetto. Se chi è preposto a fornirci gli strumenti, a indirizzarci, a sostenerci, a chiederci di collaborare, si disinteressa completamente, io cittadino mi sento preso in giro e… se non ho un adeguato grado di cultura, etica, principi, esperienze, intelligenza, risorse, (ma a volte anche se ho tutto questo…), infrangere diventa semplicissimo.

Se chi ci guida è ricattabile, se è barattabile un'informazione che lo riguarda, il cittadino ha un'ennesima alternativa negativa davanti a sé e questo rende il cammino in avanti più difficile.

Tutti noi abbiamo necessità di ACQUA/LEGGE, intesa come legge in senso stretto e come istituzioni, autorità preposte a far sì che le cose, giuridicamente e socialmente, funzionino.

Tutti noi siamo chiamati a contribuire affinché questa legge funzioni, venga rispettata, mentre all’interno della sua rete sia possibile riconoscersi, evolversi, costruire insieme.

Ovviamente, l'acqua che pretendiamo, dobbiamo anche rispettarla ed amarla, diversamente non ha senso volerla.