Molle note e meno note

Alberto Marcheselli

24-04-2008  

Durante l’ultimo incontro al Gruppo della Trasgressione abbiamo discusso di una questione tanto interessante quanto complicata, cioè quali molle saltino quando si fa una scelta invece che un’altra, quando si inizia a deviare, e se sia possibile fermare questo processo per evitare le conseguenze, a volte disastrose, di scelte sbagliate.

Nel corso della discussione sono state identificate alcune “molle” importanti nelle relazioni, nei progetti, negli strumenti che formano il bagaglio con cui ciascuno vive la propria storia. Dai racconti di alcuni membri del gruppo emerge abbastanza chiaramente che nella formazione di chi commette reati o del classico “criminale” giocano un ruolo molto importante il contesto sociale in cui egli vive relazioni (famiglia, amici, vicini) e in cui si forma, in cui individua e stabilisce le sue priorità e quindi fissa i propri progetti e cerca di ottenere gli strumenti per mettere in pratica quanto si prefigge.

Certo non sono trascurabili i motivi economici e il bisogno di migliorare le proprie condizioni di vita, ma quello che si cerca è qualcosa di più primitivo, di più primordiale.

Prendendo ad esempio la storia di uno dei componenti del gruppo, si vede che, in particolare, aspetti importanti del percorso possono essere:

A volte, il bisogno di difendere le persone con le quali si è in conflitto può portare a convogliare la propria rabbia verso obiettivi diversi, quali le istituzioni, e a provare soddisfazione nel trasgredire. Ma guardando dentro, si può scoprire anche che la soddisfazione può anche essere legata al desiderio inconscio di punire i responsabili del nostro desiderio di rivalsa.

Immagino che a provocare il cedimento di queste molle siano una serie di traumi che un individuo si porta addosso e subisce nel suo percorso, ma dal momento che non ho la preparazione per potere analizzare la questione nel suo aspetto clinico, credo sia meglio concludere qui, specificando che, per quanto mi riguarda, credo e spero di avere operato le scelte che mi hanno portato dove sono ora con una certa autonomia e per la poco nobile ma tanto utile ricerca dell’agiatezza e del denaro.