La macchia

Mariella Tirelli

22-03-2005  

 

Andiamo al cinema? La frase magica, la complicità con sua madre, lo stesso bisogno di storie, che lei chiamava ancora favole. Il cinema in un giorno qualsiasi, quando non c'era quasi nessuno.

Un  pomeriggio, durante l'intervallo, riconobbe qualche fila avanti la mamma di una compagna di scuola, arrivata ad anno iniziato da un'altra città. La maestra l'aveva messa nel suo banco. Era andata qualche volta a fare i compiti da lei e l'aveva  aiutata a mettersi  al passo con la  classe.

Quella è la mamma della Giulia. Vai a salutarla. La signora era bella, giovane, elegante. Le si avvicinò. La signora  rispose al suo saluto chiedendole come mai e con chi fosse lì.

- Con la mamma.

- La tua mamma dovrebbe sapere che questo non è un film per bambini.  

- Ma non è vietato!

- E' vero, non è vietato ma tu non dovresti vedere certe  cose. Hai una macchia sul golf, sei in disordine.

Tornò al suo  posto e a sua madre rispose che la  signora le aveva chiesto della  scuola. Erano uscite in fretta, contente, nessuna delle due aveva fatto caso alla macchia e tuttavia la macchia c'era, grande, e a lei, dopo averla vista, sembrava enorme.  Era lì, la signora non aveva mentito, la macchia c'era. La sua compagna chiese di cambiare banco e nessuna delle due seppe o volle dare una spiegazione alla maestra.

Da  quel giorno nessuna macchia comparve più su di lei, ma ancora oggi, quando si sente fissata, china la testa e controlla i suoi vestiti.