Due chili un euro

Khaled Al Waki

 

17-09-2013

La prima esperienza lavorativa con il gruppo è stata con le rose. Il loro profumo mi è rimasto addosso regalandomi una bella esperienza di vita. Adesso, con questo attuale secondo lavoro con il gruppo, mi ritrovo immerso nella verità della vita.

Dalla bancarella di frutta e cultura ho potuto toccare la verità con le mie mani. Sento la sofferenza, le gioie di alcune persone e vedo la povertà di tante altre. Molti clienti sono simpatici e alcuni anche antipatici e questo è normale. Molti hanno rabbia per la mancanza del lavoro e perché non ci sono più soldi in giro.

Spesso mi va lo sguardo a qualche persona anziana, che con la testa bassa attaccata al palmo della mano conta i centesimi per essere sicura di arrivare a pagare quel chilo di frutta o verdura, quasi a voler nascondere la vergogna di questa loro realtà.

Diverse persone vengono da noi perché hanno dei familiari in carcere, sentono la fiducia e la lealtà con la quale noi li trattiamo, ci aiutano in questo progetto e sentono di essere più vicini ai loro cari grazie al legame che sentono tra noi e loro. Anche noi a modo nostro e insolito pensiamo ai nostri compagni d'avventura con dei piccoli gesti.

Spesso alcuni ci fanno delle foto e si divertono a giocare con noi. Passano anche dei vip e hanno il piacere di sentire le nostre storie e quello che stiamo realizzando. Prima non pensavo a come vivevano gli altri perché guardavo soltanto ciò che volevo io e quanti soldi potevo avere.

Attraverso il contatto con le persone ho riacquistato la mia forza utile a questo mondo. Questa è la nostra squadra dalla bancarella.